mi sfogo un po’ con voi invece di pulire il bagno…

…mi sembra la cosa migliore che posso fare stasera.
sono tornata da roma: per questo sono mancata qualche giorno. è stato un fine settimana di nuove amicizie, di conoscenze, di sorprese, di molta città, che adoro e amo sempre, anche se – come le donne che non sono mai davvero di nessuno – è incostante, caotica, contradditoria, a volte davvero indisponente. ma terribilmente attraente.
roma su di me esercita un fascino magnetico.

lunedì, cioè ieri, ho registrato la diretta di STELLA condotto da Maurizio Costanzo. è stato emozionante e divertente.
ho registrato il video e cercherò a breve di caricarlo magari su youtube.
dovrei tornare in studio per il maurizio costanzo show. ancora non so quando, ma prometto che vi terrò aggiornati.
tutto benissimo, insomma. l’uomo coi baffi, dal vero, è un signore affabile e cortese e con me è stato assai gentile. leggeva il libro, durante la trasmissione. e ridacchiava.
la miglior sorpresa che ho, da questo libro, è che incredibilmente tira fuori l’umorismo, talvolta, da persone che magari non lo diresti.


comunque, sorprese e sorprese.
anche stamattina. che rientro in ufficio, il mio capo mi chiede come va e poi mi comunica che forse me ne vado. non proprio così, certo. la prende larga. ad esempio, mi dice che mi sono rincretinita. pare tutto dal venti febbraio.
avevo preparato l’ufficio al fatto che sarebbe stato un mese difficile e che avrei avuto bisogno di comprensione e di prendermi qualche giorno di ferie. tutti d’accordo. anzi, gentili: ma no, ma no. niente ferie. quando non ci sei, avvisa. e le ore che perdi…e vabbé. hai sempre lavorato tantissimo senza chiedere niente.
vero, verissimo. e la mia media di quasi cinquanta ore a settimana mi sembrava umanamente ripagata. e mi sembrava che quello che mi hanno detto altri che hanno pubblicato e poi in ufficio gli è capitata la stessa cosa, forse a me non capitava ed ero davvero fortunata.
pensavo che ho fatto bene a non nascondere mai nulla del libro, da quando è iniziata questa cosa. in ufficio c’era un po’ l’aria di far finta di nulla; ma anche questo è normale.

e invece no. stamattina ho cambiato idea.
ho fatto male a parlare del libro. avrei dovuto dire che un genitore o un parente molto vicino affettivamente si è ammalato di una malattia gravissima degnerativa o cronica o infetta o tipo un cancro, e avrei dovuto fingere che le cose andavano così male che ero costretta a farmi un po’ i fatti miei.
così, nessuno mi avrebbe rinfacciato nulla.
invece, quando le cose ti vanno bene e hai motivo di essere felice di qualcosa e hai soddisfazioni, improvvisamente ti si da della rincoglionita. e ti si lascia a casa. se invece motivi le assenze col fatto che soffri, sei coraggiosa e comunque ti impegni.

pensateci, voi che lavorate come me e avete un’etica del lavoro che va al di là delle ore sul cartellino. pensateci, perché nessuno dice grazie e nessuno riconosce che le cose cambiano, che le persone in gamba possono anche gestire più aspetti della loro vita, che il senso di responsabilità non è occupare una sedia col culo ma è molto di più.
pensateci, senza rabbia.
pensateci. e quando contrattate l’assunzione chiedete subito molti più soldi. chè, tanto, non saranno mai sufficienti a pagarvi davvero.