modelli di età  adulta per giovani ribolliti

siccome questo è l’autunno più freddo che io ricordi, passo spesso il tempo a guardare film. questo mi va bene perchè mi metto in pari con i ritmi del cinema. e poi vinco anche un po’ la depressione di trovarmi improvvisamente catapultata in un clima piovoso subtropicale.

ad ogni modo, questo weekend mi sono guardata due film che mi erano stati decantati da un sacco di persone dichiaratamente a sinistra, per lo più giovani. premetto che iol scelgo spesso i film facendomi influenzare dai suggerimenti. e quando li guardo, mi pare di capire perché mi sono stati consigliati.

allora, il primo film era NAZIROCK.
avevo grandi aspettative. pensavo mi raccontasse in maniera organica cose che più o meno so. l’infiltrazione del neofascismo a vari livelli della società. assistiamo in questi giorni alla militarizzazione cittadina ad opera del ministero della difesa? ma la tutela delle città non è compito degli interni? e se il ministero della difesa ha più potere degli interni… siamo già in guerra?
poi pensavo mi raccontasse delle milizie cattoliche e dei loro riti sul lungo tevere (militia christi), delle voci più influenti che invece di stare in carcere predicano ai giovani i vecchi valori del ventennio, della rete europea, delle spaventose prove generali degli squadroni messe in atto ogni domenica in curva, dei fondi di finanziamento per tutto questo, dei provvedimenti di legge che sarebbero quantomeno dignitoso prendere in considerazione, delle responsabilità politiche di questa giovane e rimbecillita carne da macello.
il documentario, invece, mi ha molto deluso. sul movimento ci sono solo poche informazioni confuse e un concetto chiaro: ogni incitamento (con la musica e coi comizi) è rivolto allo sterminio di polizia e carabinieri. per il resto, mi pare che il punto di vista di chi l’ha girato sia così di sinistra da pensare che basti mostrare le immagini di raduni in nero per scandalizzare qualcuno. e mi ricordo: ricordo l’ottusità nei centri sociali, nelle file del sindacato, in quelli che vedono "il male" in una fazione e poi non sono distanti. ricordo le divise amiche e quelle nemiche e l’idea cieca di lotta, con ideali vuoti.
solo la voglia di fare un gran casino.
l’ho trovato un documentario scandalistico ma con un punto di vista così unilaterale che non può che risultare riduttivo e anche un tantino noioso, a dire il vero. ha dipinto Forza Nuova come una setta, fuori dal mondo, di impasticcati che non sanno quello che fanno ma che gli piace il nero, di ignoranti senza futuro, di picchiatori col cervello ridotto a un hamburgerm che credono a tutto quello che gli si racconta e sono bravi a ripetere a memoria, come i pappagalli.
se davvero fosse così, starei molto più tranquilla.

il secondo film è stato INTO THE WILD, che è di per sé un film molto bello.
ha un buon ritmo e le storie metaforiche del viaggio per ritrovare se stessi sono sempre affascinanti.
non ho potuto fare a meno di ricordarmi le parole di un giornalista che ho incontrato quasi dieci anni fa, quando militavo un po’ di più, e che mi ha detto: "tu sei in gamba, hai cervello. non vorrai mica anche tu andartene a vivere in toscana e aprire un agriturismo?". no, certo. però all’epoca ci pensavo. come ci pensavano tutti quelli che stavano dalla parte in cui stavo io, che imparavano che il nero va bene solo se fai teatro, che questa parte è quella giusta, che i morti fatti di qua erano per giusta causa.

mi sono salvata quando mi sono accorta di quelli che crescevano più in fretta e che, con due piedi ben piantati nel fango e le radici che cominciavano a crescere, predicavano e dicevano sempre la stessa cosa: prima o poi fuggiremo via e saremo liberi.