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siccome sono quasi le tre di notte e non riesco a riaddormentarmi

… mi occupo un po’ del blog, ché lo sto trascurando e non poco da qualche mese.

perché sono sveglia?
accidenti, che casino.
poco dopo mezzanotte, una donna strillava aiuto nel vicolo. tutti noi con le finestre aperte sperando in un filo d’aria ci siamo affacciati. il più interventista ha chiamato la polizia. io e il fidanzato siamo scesi in pigiama e ciabatte a soccorrere lei e tranquillizzarla.
trattavasi di una donna in compagnia di suo figlio ventenne o poco più.
lui è in cura per problemi psichiatrici in comunità e da quattro giorni si rifiuta di prendere le sue pillole. stasera ha dato fuori di matto a casa.
la versione della signora è che il figlio abbia alzato le mani su di lei e sul fratellino, costringendola a uscire di notte a cercare del vino e minacciandola di nuovo di fronte alla chiusura di tutti i negozi.

perché sono sveglia?
accidenti, che scena.
intorno alla donna, ci siamo trovati in sei. io la consolavo un po’, dicendole di stare tranquilla. uno protestava perché la polizia ci ha messo un po’ per arrivare e concludeva ‘ecco, questa è l’Italia che ti protegge’. per fortuna, nessuno dei presenti era d’accordo.
il che mi fa dedurre che, sul nostro piccolo campione, almeno il 75% sa che un privato armato di randello non risolve la situazione.
ovvero: la ronda che se ne va in giro a mezzanotte non è mai quella del piacere.
comunque, la polizia è arrivata, addirittura in quattro.
la signora è stata fatta salire in macchina e il ragazzo tempestato di domande.
e poi se ne sono andati.

perché sono ancora sveglia?
accidenti, che casino.
mi pare che, a parte consolare la signora in evidente stato di esaurimento nervoso, avrei potuto anche parlare con il ragazzo. da quando abito qui ne vedo di situazioni così. ci sono ragazzi giovani, belli, forti, con una vita davanti. e si perdono dietro alle miserie che ruotano intorno ai soldi come unico obiettivo di vita. non hanno un posto, per loro è più difficile che per gli italiani. le famiglie non hanno più un padre e alle donne tocca lavorare il doppio perché i figli ci sono e sono spesso tanti. e questi ragazzi si buttano via. inizia che escono a farsi comprare il vino a mezzanotte minacciando la madre e il vino che trovano è poco più che olio del radiatore. poi ci si abituano, stanno in strada, continuano a comprare tetrapack di vinaccio da un euro e poi te li trovi, dopo un po’, che dormono nella piazzetta vicino alle auto, sdraiati sul loro vomito.
non c’era niente che non andava in questo figlio arrabbiato e irascibile. sì, certo: è in cura. ma è soprattutto un ragazzo senza nessuno che si occupi di lui.

è per questo che sono ancora sveglia.
mi chiedo se poteva servire parlarci un po’.
le volte in cui mi è cambiata davvero la vita è stata perché qualcuno mi ha ascoltato e poi mi ha dato un consiglio giusto. non una grande rivelazione, ma un semplice consiglio, uno di quelli che ti fa sentire meno sola e un po’ più confidente nelle tue possibilità.
e questo ragazzo di stasera mi ha fatto una tristezza infinita.
perché mentre arrivava la polizia, lui non se ne andava, anche quando nessuno di noi sapeva che era il figlio della signora e pensavamo fosse un molestatore ubriaco.
non se ne andava perché non sa dove andare.
però, dove sta, non è felice.
d’altronde, è un ragazzo. solo che mi sembra che, se nessuno lo ascolta, rischierà di dimenticare che può avere anche lui dei sogni e il pieno diritto di realizzarli.