Posts by nadiolinda

Che gambe!

la mia amica arianna chieli ha avuto un’idea geniale.
e così ha messo insieme me, alessandra airò, eliselle e daniela farnese per un libro di racconti erotici a tema “le gambe delle donne”.
non me lo sono fatta ripetere due volte: mi sono tuffata indietro nel tempo, ho raggiunto Casanova a Venezia nel 1756 e mi sono lasciata trasportare dalla sua gondola nella notte del suo ultimo carnevale in laguna, tra amori proibiti e donne pericolose.

il mio racconto si intitola AU REVOIR AMOUR (The last Carnival of Casanova) e sta dentro un ebook molto sexy (in italiano e in inglese).
insieme, c’è anche un concorso internazionale e soprattutto ci sarà un galà a dicembre, dove saremo tutte lì: noi e le nostre gambe.
trovate tutto sulla pagina Wolford di Facebook.
dateci dentro!

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Se ti lascio ti cancello

Grazia mi commissionò non molto tempo fa una breve guida per le lettrici, da usare nel caso di fine di un grande amore ai tempi dei social network.
io l’ho scritta; voi fatene quello che volete. io ve lo dico, petò: prima o poi, può tornare utile.

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C’era una volta lo scatolone: era quello anonimo, che montavi con grande determinazione per infilarci la sua felpa preferita, le lettere che ti aveva scritto, i dischi che ascoltavate, i libri che ti aveva prestato e quelli regalati con dedica romantica, la sua coperta preferita, la sua tazza, perfino il suo spazzolino e il fondo del barattolo di nutella avanzato dopo la vostra ultima colazione insieme. La fine di una storia d’amore è una separazione in due tempi: prima dal partner, poi dalle cose in comune. Almeno per un po’, almeno finché il dolore non è stato metabolizzato e si è pronti per andare avanti e conservare solo bei ricordi. Questo fino all’avvento dei social network. La rete oggi non è solo il luogo dove molte coppie si incontrano (la stima è ormai di oltre una coppia su tre) ma è anche la piazza virtuale in cui l’amore viene reso pubblico. Il web gronda di spremute di cuore degli innamorati, che producono fiumi di romanticissime foto, di messaggi, video, canzoni, articoli, post, tweet poetici e feed mielosi che la rete conserva e propaga potenzialmente all’infinito. È Facebook il social network più romantico: pubblicare foto con “tag” (una sorta di didascalia che associa altre persone alla nostra foto) del partner, infatti, esprime complicità e vicinanza e contribuisce a farci sentire legati, come spiega lo psicologo Christopher Carpenter della Western Illinois University. E se oltre 23,2 milioni di italiani hanno un profilo Facebook e di questi quasi 16,5 milioni lo usano abitualmente (dati Duepuntozero Research dal rapporto 2013 “Italia 2.0”) è lecito chiederci: cosa succede nel virtuale quando nella vita reale l’amore finisce?

Scaricati da un’app. Gli psicologi Steve Whittaker e Corina Sas dell’University of California di Santa Cruz hanno coordinato un’indagine per capire cosa succede alla vita virtuale di una coppia che scoppia. Lo studio si intitola Design for Forgetting: Disposing of Digital Possessions after a Breakup (trad. Progettare la separazione Read More

Scusatemi tutti

Che cos’è la solitudine
Ho portato con me delle vecchie cose per guardare gli alberi:
un inverno, le poche foglie sui rami, una panchina vuota.
Ho freddo, ma come se non fossi io.
Ho portato un libro, mi dico di essermi pensato in un libro
come un uomo con un libro, ingenuamente.
Pareva un giorno lontano oggi, pensoso.
Mi pareva che tutti avessero visto il parco nei quadri,
il Natale nei racconti,
le stampe su questo parco come un suo spessore.
Che cos’è la solitudine.
La donna ha disteso la coperta sul pavimento per non sporcare,
si è distesa prendendo le forbici per colpirsi nel petto,
un martello perché non ne aveva la forza, un’oscenità grande.
L’ho letto su un foglio di giornale.
Scusatemi tutti.

da Mario Benedetti, Umana Gloria, Mondadori 2004

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Lasciate in pace la mamma

questo post lo trovate sul blog Voci di Brescia del Corriere della Sera a questo link.
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Questo è un post da mamme. Fatevene una ragione. E dentro c’è pure una dedica, che faccio a una bella mamma trentenne con cui ho trascorso gli ultimi giorni. E che come tutte le mamme italiane di trent’anni è subissata dalle pressioni della famiglia e degli uomini perché si realizzi -finalmente!- nella maternità e smetta di inseguire ambizioni sciocche come la realizzazione di sè, il lavoro, le sue passioni, la sua bellezza, nuovi amori, altra vita.
Essere una mamma e una donna oggi è una forma di resistenza della quale dobbiamo andare fiere.

Per questioni di lavoro – e perché mi divertono molto- uesti giorni devo rileggermi alcuni saggi che hanno cambiato la storia dell’economia contemporanea. Fatevelo dire: se non avete mai letto un saggio di economia contemporanea vi manca un pezzo di vita importante. Partite da questo, che è una pietra miliare. E dentro il suo autore ci mette anche considerazioni sulla maternità. Che per una volta partono dai dati e non dal moralismo. E che a me personalmente mi tengono ben alto il morale.
Lui si chiama Steven D. Levitt, l’estratto riguarda gli otto fattori di successo dei figli ai test scolastici e questo è, in sintesi, il motivo per cui dobbiamo imparare ad applicare l’economia anche alla maternità. Magari anche per smettere di dire sciocchezze a donne che hanno già un sacco di problemi da risolvere nella loro vita. Tipo continuare a vivere in questo complicatissimo mondo, dentro un paese pieno di contraddizioni, difendendo i pochi diritti che sono riuscite a farsi concedere a costi altissimi, cercando di non cedere alla voglia di tirar ceffoni per ottenere quello che spetterebbe loro davvero [la parità, questa sconosciuta], e tutto questo mentre giorno dopo giorno tirano su i figli di uomini che non sempre si sono presi la briga di diventare adulti prima di diventare padri. Read More

Ma che amore!

L’amore è un sentimento intenso e profondo di affetto, simpatia e adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure può venire definito, sotto un altro punto di vista (scientifico), un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona.

inizia così.
e io non l’avevo mai letta la voce “amore” su wikipedia.
se siete curiosi, la trovate qui.
una pagina triste, mesta, banale, in cui l’unico guizzo di interesse lo si intuisce dalle voci correlate. ma tant’è. per fortuna, nel mondo reale e perfino in quello virtuale. si ama molto meglio di così.

Miti del passato: la trombonave

e in una notte di agosto nella città serrata e deserta si alza nel silenzio la voce di quello che non ha battuto chiodo tutta estate e urla al cielo: fanculo, l’anno prossimo me ne vado in crociera sulla trombonave!

amico, t’ha detto proprio male: la leggendaria trombonave non esiste più. cioè: la Mariella, la nave che da Stoccolma va ad Helsinki e viceversa ovviamente è ancora in funzione. però tutte quelle cose che succedevano a bordo non succedono più. il motivo è che grazie a siti come questo si è riempita di italiani che d’estate in città non battono chiodo e invece di farsi un’analisi di coscienza e di look preferiscono dare la colpa al contesto (donne comprese). e poi perché con la crisi riduce tutto, anche la forza di tiro del leggendario pelo. e quindi quelli rimasti all’asciutto puntano a mari domestici, con rotte come Bari-Bar (Montenegro) o Brindisi-Patrasso (Grecia).

ma la trombonave, che qualcuno chiamava loveboat e quasi tutti fucking-boat, è stato un mito per molti anni. qui di seguito, l’articolo che scrissi per Grazia in proposito nell’estate 2008. il sito che trovate indicato non esiste più. ma certi miti, per fortuna, sopravvivono anche se non sono più scritti su internét.

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Mamma, mamma! Quest’anno voglio andare in vacanza con i miei amici in inter-rail nei paesi nordici”.
Se vostro figlio adolescente o neodiplomando o matricola universitaria quest’anno si presentasse con questo desiderio, preparatevi. I motivi che lo spingono verso una mèta così lontana e, a dire il vero, poco attraente per un’estate di mare, di sole e di spiagge festaiole, sono fondamentalmente due: i paesi nordici offrono un ricco scambio culturale e inducono, per la loro stessa natura all’introspezione e alla meditazione in solitaria. Read More

Che le bresciane siano tutte puttane (detto popolare)

questo post lo trovate sul blog Voci di Brescia del Corriere della Sera a questo link.
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La “secca” non è detto che lo sia. Non è magra, non è grassa, non è alta, non è bassa, non è mora né rossa né bionda. Non è naturale, non è costruita. Non s’acchitta, non s’atteggia, non s’accozza. La secca non parla, non gesticola, non rutta. È contenuta nei gesti, nei toni, nei modi. Ha look ma non trop. La secca non mostra sentimenti, passioni, folgorazioni. Esiste, ma non partecipa. Presenzia, ma non si diverte. Se ha emozioni, non le dà a vedere. Non è arida, è solo secca. E con la secca non funziona nulla. Niente ciao come ti chiami, niente ci siamo già visti, niente hai da accendere, niente è la prima volta che vieni qui. Niente di niente. La secca arriva con le amiche sue, secche anche loro, e se ne ripartono in formazione compatta. Parlano poco, chattano con moderazione e senza lasciar trasparire alcuna emozione. La secca non sorride e non fa smorfie; dunque è secca ma non smorfiosa. Intorno alla secca gli uomini si incagliano per poi riprendere rapidamente il largo. La guardano tutti, indistintamente, da lontano. E la liquidano così: tanto è secca. Le altre donne, se non sono amiche sue, anche loro fanno sì con la testa: quella è secca, tanto si sa come sono le secche. E allora la secca appare e scompare dalle serate. E non c’è storia: in tanti la desiderano, in molte la invidiano, però lei non è di nessuno.

La secca esiste solo a Brescia. Read More

Consigli per pianificare il rimorchio da spiaggia

pare che io sia la sola a essere in città in questi giorni. mi sa che la crisi ce l’ho solo io.
e allora ripesco questo pezzo apparso su Grazia nel 2008 con il titolo La rivincita delle vitellone!
buona lettura, ovunque voi siate.

Nei giorni scorsi mi è capitato tra le mani un sondaggio sulla vacanza preferita dai single milanesi e romani. L’indagine chiedeva agli intervistati cosa cercano in estate: avventure di una notte, amore per la vita o qualsiasi altra cosa non riguardi i sentimenti. Il risultato è quanto mai sorprendente. Non solo i single italiani in vacanza paiono completamente disinteressati alle storielle consumate tra ombrelloni e beach party, ma addirittura il paese si spacca in due: i romani a inseguire il vero amore e i milanesi in immersione nella cultura. Insomma, un vero e proprio federalismo vacanziero, senza più quel gusto della conquista facile, del mordi e fuggi, della botta e via in scivolata sull’olio di cocco. Divisi tra l’irresistibile tentazione della monogamia e la voglia di imitare Indiana Jones, gli italiani paiono aver dimenticato la meraviglia dei flirt estivi consumati sulla spiaggia con la sabbia che ti si infila negli slip a tradimento, la magia dei baci al tramonto, la trasgressione animalesca nelle calette nascoste. Insomma: tutto quello che trasforma una semplice vacanza in una vacanza da raccontare agli amici. E ben venga se, insieme al sesso ci stanno un po’ di emozioni. In vacanza si è tutti più belli, più rilassati, più tranquilli. La carne al sole, i bikini –ini –ini, le nudità intraviste, fanno salire la temperatura e avvicinare i corpi. A volte capita di intravedere anche un sentimento sotto all’ammasso dei bicipiti scolpiti e tatuati; ed è un attimo ritrovarsi a fantasticare di poter replicare sempre quella sensazione, di riportarsela in città insieme alle conchiglie, di metterla sotto vetro e conservarla per il difficile inverno cittadino e solitario.

…davvero la vacanza da vitelloni è ormai passata di moda? No, io non ci credo. Read More

Senza nessun valore

sto lavorando a un testo di cui devo stare bene attenta a non avere paura altrimenti non riuscirò ad affrontarlo. lo sto prendendo alla larga, a dire il vero. e per farmelo amico gli porto dei doni. non sa, il mio testo, che qualcuno di questi omaggi troverà un suo spazio, più o meno fedele all’originale.
uno di questi regali l’ho rubato a Ingmar Bergman, precisamente al suo Scener ur ett äktenskap, in italiano: Scene da un matrimonio o anche Scene di vita coniugale, si può scegliere la versione che si preferisce. il film è del 1973. io lo vidi anni fa e ne rimasi estremamente intrigata.
ora che devo scrivere questo testo qui, che parla di amore [e quale testo non ne parla] sono andata a ricercarmi il film. poi ho cercato la sceneggiatura perché volevo rubarmene un pezzetto piccolo, quello dove lei, Marianne, incontra la signora Jacobi.
ho il difetto di credere che in rete ci sia tutto. per quello che cercavo io non è così. ma siccome l’ho preso per me, ora il testo lo metto in rete e ci sarà anche per qualcuno che un altro giorno ne avrà bisogno. o voglia. Read More

Pezzo per San Valentino

Questo è un pezzo per San Valentino.
Ed è un pezzo che voglio scriverlo. Più o meno da quando ho letto sul sito del Corriere un’indagine che conferma quello che penso: la tecnologia fa male all’amore. Non fraintendetemi: come tutti, anch’io sono dipendente dai miei device, con gli amici chatto più di quanto esco, e se voglio cercare qualcosa apro prima un motore di ricerca che un cassetto. In mezzo a tutta questa frenesia tra reale e virtuale ecco che è arrivato un bug imprevedibile: mi sono innamorata. E tutto è diventato complicato, perché quando poi ti innamori la vita virtuale ti sembra quello che è: utile, certo, ma anche inconsistente, irreale, immateriale se poi non ha riscontro nella realtà concreta, pratica, tangibile. Una volta ho letto i risultati di una ricerca che stimava la velocità ideale delle carezze: tra i 3 e i 5 cm al minuto. E il fatto è che la virtualità non prevede coccole, tenerezze e altre cosucce che ci rendono persone più felici in tutta la nostra limitata, umana carnalità. In più, la socialità da web è una piaga, quando hai un amore da vivere. Read More