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Se ti lascio ti cancello

Grazia mi commissionò non molto tempo fa una breve guida per le lettrici, da usare nel caso di fine di un grande amore ai tempi dei social network.
io l’ho scritta; voi fatene quello che volete. io ve lo dico, petò: prima o poi, può tornare utile.

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C’era una volta lo scatolone: era quello anonimo, che montavi con grande determinazione per infilarci la sua felpa preferita, le lettere che ti aveva scritto, i dischi che ascoltavate, i libri che ti aveva prestato e quelli regalati con dedica romantica, la sua coperta preferita, la sua tazza, perfino il suo spazzolino e il fondo del barattolo di nutella avanzato dopo la vostra ultima colazione insieme. La fine di una storia d’amore è una separazione in due tempi: prima dal partner, poi dalle cose in comune. Almeno per un po’, almeno finché il dolore non è stato metabolizzato e si è pronti per andare avanti e conservare solo bei ricordi. Questo fino all’avvento dei social network. La rete oggi non è solo il luogo dove molte coppie si incontrano (la stima è ormai di oltre una coppia su tre) ma è anche la piazza virtuale in cui l’amore viene reso pubblico. Il web gronda di spremute di cuore degli innamorati, che producono fiumi di romanticissime foto, di messaggi, video, canzoni, articoli, post, tweet poetici e feed mielosi che la rete conserva e propaga potenzialmente all’infinito. È Facebook il social network più romantico: pubblicare foto con “tag” (una sorta di didascalia che associa altre persone alla nostra foto) del partner, infatti, esprime complicità e vicinanza e contribuisce a farci sentire legati, come spiega lo psicologo Christopher Carpenter della Western Illinois University. E se oltre 23,2 milioni di italiani hanno un profilo Facebook e di questi quasi 16,5 milioni lo usano abitualmente (dati Duepuntozero Research dal rapporto 2013 “Italia 2.0”) è lecito chiederci: cosa succede nel virtuale quando nella vita reale l’amore finisce?

Scaricati da un’app. Gli psicologi Steve Whittaker e Corina Sas dell’University of California di Santa Cruz hanno coordinato un’indagine per capire cosa succede alla vita virtuale di una coppia che scoppia. Lo studio si intitola Design for Forgetting: Disposing of Digital Possessions after a Breakup (trad. Progettare la separazione Read More

Ma che amore!

L’amore è un sentimento intenso e profondo di affetto, simpatia e adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure può venire definito, sotto un altro punto di vista (scientifico), un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona.

inizia così.
e io non l’avevo mai letta la voce “amore” su wikipedia.
se siete curiosi, la trovate qui.
una pagina triste, mesta, banale, in cui l’unico guizzo di interesse lo si intuisce dalle voci correlate. ma tant’è. per fortuna, nel mondo reale e perfino in quello virtuale. si ama molto meglio di così.

Consigli per pianificare il rimorchio da spiaggia

pare che io sia la sola a essere in città in questi giorni. mi sa che la crisi ce l’ho solo io.
e allora ripesco questo pezzo apparso su Grazia nel 2008 con il titolo La rivincita delle vitellone!
buona lettura, ovunque voi siate.

Nei giorni scorsi mi è capitato tra le mani un sondaggio sulla vacanza preferita dai single milanesi e romani. L’indagine chiedeva agli intervistati cosa cercano in estate: avventure di una notte, amore per la vita o qualsiasi altra cosa non riguardi i sentimenti. Il risultato è quanto mai sorprendente. Non solo i single italiani in vacanza paiono completamente disinteressati alle storielle consumate tra ombrelloni e beach party, ma addirittura il paese si spacca in due: i romani a inseguire il vero amore e i milanesi in immersione nella cultura. Insomma, un vero e proprio federalismo vacanziero, senza più quel gusto della conquista facile, del mordi e fuggi, della botta e via in scivolata sull’olio di cocco. Divisi tra l’irresistibile tentazione della monogamia e la voglia di imitare Indiana Jones, gli italiani paiono aver dimenticato la meraviglia dei flirt estivi consumati sulla spiaggia con la sabbia che ti si infila negli slip a tradimento, la magia dei baci al tramonto, la trasgressione animalesca nelle calette nascoste. Insomma: tutto quello che trasforma una semplice vacanza in una vacanza da raccontare agli amici. E ben venga se, insieme al sesso ci stanno un po’ di emozioni. In vacanza si è tutti più belli, più rilassati, più tranquilli. La carne al sole, i bikini –ini –ini, le nudità intraviste, fanno salire la temperatura e avvicinare i corpi. A volte capita di intravedere anche un sentimento sotto all’ammasso dei bicipiti scolpiti e tatuati; ed è un attimo ritrovarsi a fantasticare di poter replicare sempre quella sensazione, di riportarsela in città insieme alle conchiglie, di metterla sotto vetro e conservarla per il difficile inverno cittadino e solitario.

…davvero la vacanza da vitelloni è ormai passata di moda? No, io non ci credo. Read More

Senza nessun valore

sto lavorando a un testo di cui devo stare bene attenta a non avere paura altrimenti non riuscirò ad affrontarlo. lo sto prendendo alla larga, a dire il vero. e per farmelo amico gli porto dei doni. non sa, il mio testo, che qualcuno di questi omaggi troverà un suo spazio, più o meno fedele all’originale.
uno di questi regali l’ho rubato a Ingmar Bergman, precisamente al suo Scener ur ett äktenskap, in italiano: Scene da un matrimonio o anche Scene di vita coniugale, si può scegliere la versione che si preferisce. il film è del 1973. io lo vidi anni fa e ne rimasi estremamente intrigata.
ora che devo scrivere questo testo qui, che parla di amore [e quale testo non ne parla] sono andata a ricercarmi il film. poi ho cercato la sceneggiatura perché volevo rubarmene un pezzetto piccolo, quello dove lei, Marianne, incontra la signora Jacobi.
ho il difetto di credere che in rete ci sia tutto. per quello che cercavo io non è così. ma siccome l’ho preso per me, ora il testo lo metto in rete e ci sarà anche per qualcuno che un altro giorno ne avrà bisogno. o voglia. Read More

Pezzo per San Valentino

Questo è un pezzo per San Valentino.
Ed è un pezzo che voglio scriverlo. Più o meno da quando ho letto sul sito del Corriere un’indagine che conferma quello che penso: la tecnologia fa male all’amore. Non fraintendetemi: come tutti, anch’io sono dipendente dai miei device, con gli amici chatto più di quanto esco, e se voglio cercare qualcosa apro prima un motore di ricerca che un cassetto. In mezzo a tutta questa frenesia tra reale e virtuale ecco che è arrivato un bug imprevedibile: mi sono innamorata. E tutto è diventato complicato, perché quando poi ti innamori la vita virtuale ti sembra quello che è: utile, certo, ma anche inconsistente, irreale, immateriale se poi non ha riscontro nella realtà concreta, pratica, tangibile. Una volta ho letto i risultati di una ricerca che stimava la velocità ideale delle carezze: tra i 3 e i 5 cm al minuto. E il fatto è che la virtualità non prevede coccole, tenerezze e altre cosucce che ci rendono persone più felici in tutta la nostra limitata, umana carnalità. In più, la socialità da web è una piaga, quando hai un amore da vivere. Read More

Pillole d’amore

L’anno scorso più o meno in questo periodo avrei dovuto inziare a curare il blog per Playboy Italia.
Poi non se n’è fatto più nulla per motivi che non vi riguardano.
Però mi sono rimasti nel cassetto (o meglio: in una cartella del computer) i pezzi che avevo preparato per le prime settimane. Ho deciso che li posto qui e li regalo a voi, che siete i miei primi e più cari lettori.
Non è solo che sono piena di sensi di colpa perché vi sto trascurando, naturalmente.
E’ anche che se pensassi di farmi pagare per tutto quello che scrivo, perderei il piacere della cosa che mi ha sempre salvato: comunicare.
Dunque, buona lettura. Scusate l’assenza. La vita reale batte sempre il virtuale, non ce n’è. Ma noi resistiamo…

Se volete conquistare il cuore di qualcuno avete tre possibilità.
Quella tradizionale è …corteggiarla. Lo so: vi aspettavate una soluzione molto meno faticosa. Ma corteggiare qualcuno, sia esso uomo o donna, è un’arte raffinata che mescola tra loro tutte le arti e che ha come scopo principale quello di confondere i sensi. La vista primo fra tutti: quando ci innamoriamo, nascondiamo i nostri difetti e trasformiamo il nostro look per essere irresistibili e attraenti. Così, se mercoledì sembravamo le cuginette grasse di Ugly Betty, con un paio di pomeriggi tra shopping e parrucchiere, ci presentiamo all’aperitivo sabato sera pronte a diventare la controfigura di Ursula Andress, che emerge dalle onde del traffico in una nuvola di ormoni pronta a scatenare un uragano di arrapamenti generali.
Il secondo senso da ingannare è quello dell’olfatto e, infatti, seppelliamo ogni nostro odore naturale in giungle di fiori recisi, molticolore e profumatissimi, sperando che l’oggetto d’amore pensi a noi perfino quando passa per puro caso a fianco di una siepe tagliata di fresco. Inganniamo l’udito confondendo le nostre parole con musica scelta e selezionata per fare da colonna sonora alle nostre mosse migliori. Stordiamo il gusto con cene raffinate e alcool a fiumi. E, infine, offriamo al tatto l’intimo migliore del nostro guardaroba, sfoderando la sottoveste di seta o il pigiama di lino che per puro caso si trovava sepolto nel nostro cassetto da anni in attesa di qualcuno che gli mettesse le mani addosso.
Se il corteggiamento alla vecchia non funziona, potete rivolgervi alle moderne tecnologie e provare ad approcciare attraverso i social network. Lì è tutto un po’ più facile perché le immagini si modificano a photoshop, le parole sono scritte e si possono cambiare e correggere, non esistono odori sgradevoli di alito, piedi o ascelle e quando ci si incontra né il tatto né il gusto contano poi molto: se siete stati abili corteggiatori, quando il vostro oggetto d’amore accetterà d’incontrarvi lo farà per dar via libera ai propri istinti.

Se il corteggiamento non vi funziona, potete ricorrere a una pozione d’amore.
Io vi suggerisco questa. E’ un po’ laboriosa, ma gli ingredienti sono facilmente reperibili e la difficoltà è minima; dunque, anche i più timidi e i più sfortunati dovrebbero riuscire a raggiungere il proprio scopo. Quello che vi serve è una rosellina rossa. Mettetela da sola in un vaso con due dita d’acqua e lasciatela appassire. 24 ore precise, un minuto dopo la mezzanotte del primo giorno di luna piena levate i petali della rosa, metteteli in un fazzoletto di lino che nasconderete sotto il cuscino mentre vi addormentate pensando intensamente all’amata/o. La mattina, recuperate i petali e metteteli per un giorno a bagno in tre dita d’acqua. Questa è la vostra pozione d’amore che dovrete portare con voi alla prima occasione e spruzzarla sulla persona che volete conquistare. Due consigli: non lanciategliela in faccia e non obbligatela con la forza a berla. In entrambi i casi, potreste ottenere un effetto leggermente diverso da quello desiderato.

La terza possibilità ci arriva dalla scienza in questi giorni. Come già sappiamo, le regole dell’attrazione dipendono fondamentalmente da un’efficace combinazione chimica di fattori: la dopamina decreta il colpo di fulmine, la serotonina è la causa dell’innamoramento, la vasopressina e l’ossitocina generano tenerezza. Così, sulla rivista Nature è stato pubblicato nei giorni scorsi un articolo in cui si dice che gli scienziati sono al lavoro per realizzare una pillola in grado di dare gli stessi sintomi dell’amore. Il professore Larry Young, della Emory University, Georgia (USA), ha dichiarato in proposito che la sostanza in grado di manipolare il cervello per sentire più o meno amore nei confronti di un’altra persona, non sarebbe lontana dall’essere sviluppata.

Non so voi, ma la prospettiva di drogare qualcuno per essere innamorato mi pare piuttosto inquietante. Lo so, lo so, sono una zia romantica e senza speranza. Solo che mi pare che le persone che hanno bisogno di una pillola per innamorarsi forse sono le stesse che usano
una pillola per eccitarsi.
O magari, invece, farà bene a tutti. Magari capita un periodo dell’anno che sei un po’ sottotono, vai dal dottore e lui, invece dei soliti ricostituenti, ti prescrive: pillolina rosa la mattina per far battere il cuore e pillolina blu la sera per far pulsare le reni!
Con la lezione che mi dà il mio amico D., 32 anni, che si era innamorato davvero e voleva far bella figura per la loro prima notte d’amore e allora si è preso una pastiglietta di supporto. Risultato: gli è rimasto duro per un giorno e mezzo, lei si è spaventata e non ha più richiamato.