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Pillole d’amore

L’anno scorso più o meno in questo periodo avrei dovuto inziare a curare il blog per Playboy Italia.
Poi non se n’è fatto più nulla per motivi che non vi riguardano.
Però mi sono rimasti nel cassetto (o meglio: in una cartella del computer) i pezzi che avevo preparato per le prime settimane. Ho deciso che li posto qui e li regalo a voi, che siete i miei primi e più cari lettori.
Non è solo che sono piena di sensi di colpa perché vi sto trascurando, naturalmente.
E’ anche che se pensassi di farmi pagare per tutto quello che scrivo, perderei il piacere della cosa che mi ha sempre salvato: comunicare.
Dunque, buona lettura. Scusate l’assenza. La vita reale batte sempre il virtuale, non ce n’è. Ma noi resistiamo…

Se volete conquistare il cuore di qualcuno avete tre possibilità.
Quella tradizionale è …corteggiarla. Lo so: vi aspettavate una soluzione molto meno faticosa. Ma corteggiare qualcuno, sia esso uomo o donna, è un’arte raffinata che mescola tra loro tutte le arti e che ha come scopo principale quello di confondere i sensi. La vista primo fra tutti: quando ci innamoriamo, nascondiamo i nostri difetti e trasformiamo il nostro look per essere irresistibili e attraenti. Così, se mercoledì sembravamo le cuginette grasse di Ugly Betty, con un paio di pomeriggi tra shopping e parrucchiere, ci presentiamo all’aperitivo sabato sera pronte a diventare la controfigura di Ursula Andress, che emerge dalle onde del traffico in una nuvola di ormoni pronta a scatenare un uragano di arrapamenti generali.
Il secondo senso da ingannare è quello dell’olfatto e, infatti, seppelliamo ogni nostro odore naturale in giungle di fiori recisi, molticolore e profumatissimi, sperando che l’oggetto d’amore pensi a noi perfino quando passa per puro caso a fianco di una siepe tagliata di fresco. Inganniamo l’udito confondendo le nostre parole con musica scelta e selezionata per fare da colonna sonora alle nostre mosse migliori. Stordiamo il gusto con cene raffinate e alcool a fiumi. E, infine, offriamo al tatto l’intimo migliore del nostro guardaroba, sfoderando la sottoveste di seta o il pigiama di lino che per puro caso si trovava sepolto nel nostro cassetto da anni in attesa di qualcuno che gli mettesse le mani addosso.
Se il corteggiamento alla vecchia non funziona, potete rivolgervi alle moderne tecnologie e provare ad approcciare attraverso i social network. Lì è tutto un po’ più facile perché le immagini si modificano a photoshop, le parole sono scritte e si possono cambiare e correggere, non esistono odori sgradevoli di alito, piedi o ascelle e quando ci si incontra né il tatto né il gusto contano poi molto: se siete stati abili corteggiatori, quando il vostro oggetto d’amore accetterà d’incontrarvi lo farà per dar via libera ai propri istinti.

Se il corteggiamento non vi funziona, potete ricorrere a una pozione d’amore.
Io vi suggerisco questa. E’ un po’ laboriosa, ma gli ingredienti sono facilmente reperibili e la difficoltà è minima; dunque, anche i più timidi e i più sfortunati dovrebbero riuscire a raggiungere il proprio scopo. Quello che vi serve è una rosellina rossa. Mettetela da sola in un vaso con due dita d’acqua e lasciatela appassire. 24 ore precise, un minuto dopo la mezzanotte del primo giorno di luna piena levate i petali della rosa, metteteli in un fazzoletto di lino che nasconderete sotto il cuscino mentre vi addormentate pensando intensamente all’amata/o. La mattina, recuperate i petali e metteteli per un giorno a bagno in tre dita d’acqua. Questa è la vostra pozione d’amore che dovrete portare con voi alla prima occasione e spruzzarla sulla persona che volete conquistare. Due consigli: non lanciategliela in faccia e non obbligatela con la forza a berla. In entrambi i casi, potreste ottenere un effetto leggermente diverso da quello desiderato.

La terza possibilità ci arriva dalla scienza in questi giorni. Come già sappiamo, le regole dell’attrazione dipendono fondamentalmente da un’efficace combinazione chimica di fattori: la dopamina decreta il colpo di fulmine, la serotonina è la causa dell’innamoramento, la vasopressina e l’ossitocina generano tenerezza. Così, sulla rivista Nature è stato pubblicato nei giorni scorsi un articolo in cui si dice che gli scienziati sono al lavoro per realizzare una pillola in grado di dare gli stessi sintomi dell’amore. Il professore Larry Young, della Emory University, Georgia (USA), ha dichiarato in proposito che la sostanza in grado di manipolare il cervello per sentire più o meno amore nei confronti di un’altra persona, non sarebbe lontana dall’essere sviluppata.

Non so voi, ma la prospettiva di drogare qualcuno per essere innamorato mi pare piuttosto inquietante. Lo so, lo so, sono una zia romantica e senza speranza. Solo che mi pare che le persone che hanno bisogno di una pillola per innamorarsi forse sono le stesse che usano
una pillola per eccitarsi.
O magari, invece, farà bene a tutti. Magari capita un periodo dell’anno che sei un po’ sottotono, vai dal dottore e lui, invece dei soliti ricostituenti, ti prescrive: pillolina rosa la mattina per far battere il cuore e pillolina blu la sera per far pulsare le reni!
Con la lezione che mi dà il mio amico D., 32 anni, che si era innamorato davvero e voleva far bella figura per la loro prima notte d’amore e allora si è preso una pastiglietta di supporto. Risultato: gli è rimasto duro per un giorno e mezzo, lei si è spaventata e non ha più richiamato.