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sottovuoto

esusta delle chiacchiere, eluana è morta.
diciassette anni sono un’agonia da guinnes.
rimane in sospeso il grande interrogativo: se davvero esiste un dio così grande e buono che l’aspirazione di ogni buon cristiano è stargli vicino in eterno, perchè il clero e tutto il pecorame cattolico continuava a inorridire all’idea della morte di un’ammalata irrecuperabile?
…mah.

un nuovo dogma da inserire nel prossimo concilio vaticano. dopo l’infallibilità del papa, il concepimento da vergine della madonna, la resurrezione col corpo e l’esistenza dello spirito santo [su cui ogni cristiano glissa con abili acrobazie poiché nessuno ha mai saputo spiegargli cos’è], ci sarà anche il dogma dell’aspirazione all’eternità senza dipartita.
ovvero: morire è brutto, andare da dio è bello.
o anche: finché muore cristo siamo tutti contenti, ma che poi non tocchi a noi che se no ci caghiamo sotto.

bene.
eluana è morta.
io odio sempre di più la chiesa cattolica e scrivo queste righe aspettandomi una meritata scomunica che appenderò in salotto sopra il divano.
su Facebook, regno del vogliamoci tutti bene e oh, come siamo belli e come siamo buoni, ho fatto un paio di memorabili litigate -con annesse espulsioni senza rimpianto- di tutti quelli che mi hanno scritto: esistono anche dei preti buoni.
…e chi se ne frega.
a quanto ne so io, i preti intelligenti si sono sbattezzati pure loro. tutti gli altri, per quanto mi riguarda, giocano nella squadra avversaria dello stato laico. non sono tipo da schieramenti, ma ogni tanto sì.

e insomma, eluana è morta.
che vergogna quello che succede prima e dopo. che schifo.
se qualcuno crede che dimenticheremo, si sbaglia di grosso.
da donna, sono rimasta disgustata dalle parole di un presidente del consiglio che non ha rispetto della sua carica ancor meno che delle donne e che osa dire ‘salviamola perché può procreare’.
che schifo.
un premier che pensa che le donne sono, all’occorrenza, contenitori dove svuotare le palle o infilare un feto.
ecco cosa penso: con l’arrivo dei soldati e dello stato di polizia, ogni testa di cazzo guidata dal suo uccello verrà arruolato con la scusa di fare ordine per le città. avrà possibilità di pedinare le ‘belle ragazze italiane’, di proteggerle e di aiutarle a procreare, anche contro la loro volontà. non sarà violenza, no no: sarà sostegno allo stato, perfettamente legalizzato. nel frattempo, la battaglia antiabortista vincerà a colpi di fiducia e un nuovo decreto legge con immediata entrata in vigore eleggerà le donne a uteri ambulanti e condannerà lo spaccio di contraccettivi.
naturalmente, una clausola esonerà i politici e le loro numerose famiglie ufficiali e i concubinati. alle coppie italiane sterili continuerà ad essere negato il diritto a una gravidanza assistita, ma verrà dato il permesso di recarsi nei campi di accoglienza per prelevare, come al canile, bambini immigrati da allevare in famiglia italiana e far diventare a tutti gli effetti nuovi cittadini. la previsione di crescita demografica salirà in un anno ai massimi storici e al prossimo turno dell’italia alla presidenza dell’europa, il premier (ormai a vita, come il papa) annuncerà con orgoglio che come scopano gli italiani non scopa nessuno, visti i risultati.

ecco.
eluana è morta.
mi viene da pensarla come socrate che, bevendo la cicuta, ebbe a dire: «io vado a morire, voi a vivere. chi dei due abbia miglior sorte, non ci è dato di saperlo».
ma mi fa piacere postare qui il breve comunicato dell’UDI – Unione Donne in Italia, riguardo alle schifose parole del premier.
caro Berlusconi, le donne d’Italia, tutte insieme, la disprezzano profondamente, lei e quel becero clero maschilista, ipocrita, reazionario e spietato.
non dimenticheremo, non si preoccupi.

« Evocare il corpo fertile di Eluana da parte del Presidente del Consiglio per dare consistenza alla proprie parole e per rafforzare nell’opinione pubblica l’idea che quel corpo è vivo e vitale, ci dice che egli sa come si usano le immagini – vere virtuali simboliche – per comunicare. Ma le sue parole si ripercuotono violentemente su di noi donne perché rimandano ad una esperienza che conosciamo: possiamo restare incinte contro la nostra volontà, o in assenza di essa, solo per un atto di violenza. Se a Berlusconi viene in mente questo esempio, è perché una donna può essere ancora rappresentata come un contenitore, e colpisce quanto egli sia in sintonia con il peggiore immaginario maschile che si racconta la donna come passiva, inerme, incosciente…Indigna che Berlusconi usi questa immagine per dire che un corpo è vivo e vitale; indigna che usi una donna per legittimare la presentazione di una legge che priva tutti, uomini e donne, della sovranità».

waiting for berlusking



– oh.
– eh.

– ma tu sei per la vita o contro la vita?
– eh, che domanda difficile. non si potrebbe mica averci prima almeno una tazza di caffè?
– poche storie. walter ha detto che la politica e lo stato non devono interessarsi a queste questioni. quindi, come al solito, tocca occuparcene noi.
– senti, ma quanto prende il walter per dire che non deve occuparsi di queste cose? non potremmo fargli almeno pulire il cesso, così fa qualcosa?
– mah, magari sì. domani ha detto che non va a votare. dunque ha la mattina libera. direi che può tranquillamente pulire i vetri e magari iniziare pure a stirare il bucato della settimana.
– non fargli stirare le camice, che la destra la liscia benissimo, ma la sinistra la stropiccia tutta.
– azz, c’hai ragione. che incapace. manco buono a stirare… e tutti quei soldi… non mi ci far pensare…
– è uscita la graduatoria sul Sole24Ore per gli stipendi delle colf. non è ora di adeguarlo alla categoria più bassa? non sa fare nulla, non sa fare.
– dai, lo sai che tiene famiglia. e poi se gli dici che non sa fare niente, piange.
– senti, però ancora non mi hai risposto. ma tu sei per la vita o contro la vita?
– dipende.
– da che?
– bhè, dipende.
– ma sì. da che?
– dal tasso d’interesse.
– …
– e dalla maxi rata finale. quella è sempre una fregatura. ma ho sentito dire che se dico che sono per la vita, tremonti mi dà gli ecoincentivi per farmi rottamare prima.
– … vabbé, dai. sentiamo il walter: domattina che non è in aula andiamo in giro a fighe, che è meglio.

la lezione del tango

un’apparizione sulla TV nazionale fa molto di più di cinquanta presentazioni di successo. per chi avesse dei dubbi, ora può tranquillamente zittirli.
la TV, come ogni media unilaterale, ha il potere si raggiungere chiunque. e quando dico chiunque, intendo proprio tutti. anche quelli che di cui ignori l’esistenza e che, però, improvvisamente hanno voglia di entrare in contatto con te.
niente di male, anzi.
per fortuna, devo dire che le persone galanti e cortesi sono state molte di più degli idioti. questa è stata una sorpresa, visto che ho parlato di giocattoli sessuali e poco altro.

ma di altro volevo parlare.
una domanda mi viene spesso fatta e che, più o meno, suona così: «ma a parlare sempre di sesso non ti stufi?»
e alle volte si presenta nella variante ipocrita e falsamente pietista del: «poverina, a parlarne sempre non lo farai mai».

se mi gira storta, abbozzo e faccio finta di niente.
se voglio confutare, di solito, utilizzo l’esempio del cibo. dico che l’Italia è una nazione ossessionata dal cibo e dalla cucina: libri, trasmissioni, radio, canali dedicati, riviste.  le conversazioni degli italiani sono ipocaloriche e unte di burro. non per questo siamo un paese di grissini. a dire il vero, nemmeno un paese di grandi obesi. direi che il fatto di parlare osessivamente di cibo influisce solo parzialmente sui nostri costumi e sulle nostre abitudini alimentari.
e questo, se uno ci pensa, vale un po’ per tutto.



oggi piove.
spulciando nell’armadio, ho ritrovato le mie vecchie scarpe di sala da tango che avevo fatto risuolare per usarle anche nella vita vera, visto che non ballavo praticamente più.
nell’infilarle, a scapito del tempo assolutamente inadatto, mi è tornata in mente la lezione del mio maestro di tango, che ho voglia di raccontarvi. e poi fatevene quello che vi pare.
quando sono entrata in sala, come tutti, la mia domanda era: come si fa.
volevo i dettagli tecnici: dove vanno le mani, quali sono i passi, come si conduce, come si gestisce il peso, quali sono i dettagli delle figure.
eravamo tutti così, tecnicamente frenetici e formalmente ansiogeni.
il maestro ci ha dato la risposta che volevamo. da manuale:

Posizione di partenza. In piedi, uno di
fronte all’altro, la mano destra di chi guida sulla scapola sinistra di
chi segue, la mano sinistra di chi guida contiene la mano destra di chi
segue. La mano sinistra di chi segue si poggia sul bicipite destro o
sulla scapola destra di chi guida. I gomiti di entrambi sono rivolti
verso il basso. Valgono le stesse regole di postura viste per gli
esercizi svolti finora: testa alta, schiena dritta, gambe rilassate,
piedi uniti.


poi, quando eravamo pronti, ci ha fatto fermare.
« per ballare il tango basta una mano » ha detto, indicando la presa che ciascuno dei due ballerini ha dietro la schiena del compagno, all’altezza della scapola.
« questa presa è quella che vi tiene uniti, che vi dà sicurezza. il significato profondo del tango non sta in una tecnica perfetta, ma in una profonda fiducia. il senso di questa presa è semplice come la passione: siccome mi fido di te, lascio che tu mi tocchi il cuore. ricordatevelo sempre ».



la lezione del tango me la ricordano le mie scarpe, quando la testa rischia di dimenticarsi che esiste sempre almeno una seconda risposta ad ogni domanda; a volte più semplice, ma non per questo meno impegnativa.

ruttolinda si fa domande

inizio con lo scusarmi se ho tralasciato un po’ il blog, in queste settimane.
mi avete scritto in tanti, grazie, è stata una manifestazione d’affetto che ho apprezzato assai.
ma la verità è che nella vita ci sono molti momenti. io sono per il bipolarismo e per l’attenzione selettiva: non si possono fare più cose contemporaneamente con lo stesso impegno. nel mio caso, o vivo o scrivo.

ecco che succede in queste settimane.
c’è sempre il momento in cui certe domande è necessario farsele.
meglio: per chi vive con ingenuità e ignora che ogni momento si fanno delle scelte e che ogni scelta è l’inizio di una strada a senso unico, ogni istante è spensierato, il rimpianto è un valido compagno di viaggio e le giustificazioni fantasiose e salvifiche non si contano mai abbastanza.
ma se la vita l’affronti come si fa con i play-books, sai che tutto dipende esclusivamente da te. dunque, niente scuse, niente giustificazioni, niente rimpianti.
un po’ di sana analisi di coscienza, insomma, che non guasta mai ma scarseggia parecchio.



allora, sabato è stato il momento di una domanda grossa grossa, che mi girava nello stomaco da un po’. e come i rutti in fase di definizione, anche gli smottamenti nello stomaco non hanno forma fincheé non diventano o un boato alitoso o una domanda ben delineata.
sabato mi sono addormentata con lo stomaco che sobbolliva.

dodici ore ho dormito, e ancora non mi bastava.
il corpo esausto, la mente in bomba, il piede tatuato di fresco che pulsava e rimaneva indeciso se rintanarsi al caldo del piumone o uscire a cercare sollievo nel fresco della notte.

dodici ore ho dormito perché avevo bisogno di rimanere incosciente.
ogni tanto mi capita di aver voglia di infilarmi un cacciavite nell’orecchio, per cercare se da qualche parte, nel cervello, esiste un interruttore che mi faccia spegnere i pensieri. ma poi non so mai quale emisfero scegliere e allora mi arrendo e mi accontento di dormire. 

dodici ore nell’incoscienza, per fermare ogni attività e permettere allo stomaco di ruttare la domanda giusta.
la mattina nevicava e io avevo uno stage di danza, l’ultima giornata in teatro a muovere il corpo improvvisando senza musica. non mi sono mai chiesta come si fa a ballare senza musica. me l’ha chiesto una persona, anni fa. ma non era un buona domanda perché già avevo la risposta: si fa e basta.
non è la musica che ti fa ballare: è il corpo cosciente della sua qualità di movimento.
e questo lo so.

la mattina non volevo alzarmi, ma gli organi interni non si mettono in moto senza un’iniziativa della volontà cosciente. tutte le discipline orientali consigliano sotto le coperte la posizione del gatto per attivare le funzioni vitali con un segnale inequivocabile: una sonora scoreggia.
e ricordo una storia che la mia mamma mi raccontava, sulla lotta per il comando degli organi del corpo, in cui uno alla volta sciopera per dimostrare la sua necessità. e alla fine, quando sciopera il buco del culo tutti si arredono: è lui che comanda.
ma la mia domanda non è una scoreggia, è un rutto che arriva dallo stomaco e ancora non si muove.



così mi alzo, medico il piede tatuato, infilo la tuta a strati e salgo in auto sotto la neve. in retro, percorro il vicolo e mi fermo davanti al caffè dove si incontrano gli abitanti della città vecchia, qualcuno vecchio nel corpo, qualcuno nella testa. riconosco le puttane e i transessuali che battono sotto casa. sono quelli che mi tengono d’occhio l’auto quando la lascio in divieto, che comprano le medicine alle signore anziane che vivono da sole, che ti raccontano i movimenti degli spacciatori e le vie che è meglio evitare, che fanno la vita sana di queste strade.
è domenica, penso, faranno colazione dopo la serata di lavoro.
e mentre finisco la manovra, si avvicinano le mie due pereferite, perché ormai siamo in confidenza e ci salutiamo sempre e loro leggono le mie rubriche e le commentano e mi chiedono se sono vere…

< si, certo, perché dovrei scrivere di qualcosa che non è vita? che senso avrebbe? a chi interesserebbe? e, in ultimo, cosa c’è di più bizzarro della vita che vive in modi imprevedibili eppure, semplicemente, va avanti? >

… che commentano sempre in modo arguto perché loro la vita hanno imparato ad afferrarla dritta dritta per le palle…

< si fa così, cara mia. decidi e vai dritta a testa alta. e a chi ha qualcosa da dire, un calcio diretto nei coglioni, ché il rispetto a una signora non lo si nega mai>

… che mi danno consigli sull’abbigliamento e approvano i miei fidanzati e si informano se mi trattano come si conviene a una donna…

< si, ho uomini che mi amano. e mi domando come mai. ma anche questa la so: l’amore non ha a che fare con il merito>


mi fermano le mie puttane di fiducia e mi dicono che mi hanno visto in TV. vogliono che mi fermi con le amiche e allora parcheggio in divieto e bevo un caffè al banco, perché ho fretta e non ho ancora fatto il mio rutto liberatorio. mi raccontano veloci del sabato sera e poi mi dicono cose come ‘teh, ma Costanzo com’è dal vivo?’ o ‘ma la Mosetti s’è rifatta, neh?’ e ancora ‘ma Papi…che simpatico che è. vero che è simpatico, vero?’.
io non so rispondere, naturalmente.
anche questa la so: la televisione sembra un mondo e invece è irreale, non esiste. chi la popola sono personaggi che non sono più veri e meno drammatici di quelli pirandelliani, come loro perennemente in cerca di autori che gli mettano in bocca parole e gli facciano fare azioni.
e so anche un’altra cosa: non mi interessa. le persone mi piacciono sempre più dei personaggi e la tv è uno spazio così stretto che ci si respira a fatica.
e poi la mia trans siliconata di 52 anni mi dice con voce baritonale:
‘certo che sei bella sciolta, eh?!’

…puff. rido. di gusto. per la prima volta dopo giorni. il caffé mi sale su per il naso e mi torna una gran voglia di uscire, di scrivere, di vedere gli amici. lo stomaco si ferma e dimentico la domanda in sospeso.
è bastato un momento di leggerezza e tutto è andato a posto.

alle volte, c’è una domanda che non bisogna farsi, perché se no poi le cose diventano davvero troppo complicate.
e mica ne vale sempre la pena, neh?!

Le leggi dell’attrazione – posta del cuore (5)

[da BresciaOggi – BresciaWeek – ven 24.12.2008]

Cara Nadiolinda,
approfitto di questo spazio per chiederti un parere. Da qualche tempo, frequento una donna per motivi di lavoro. Siamo in sedi diverse, ma non troppo distanti. Dopo i primi approcci (pochi) fra il professionale e il confidenziale, sono stato diretto è le ho paventato il mio interesse sessuale nei suoi confronti. Premetto che siamo tutti e due già in coppia; felicemente, almeno per quanto mi riguarda. La questione è una forte attrazione fisica, che entrambi sentiamo e che, secondo il mio modo di vedere,andrebbe la pena di vivere fino in fondo. Insomma: io le ho proposto un solo rapporto completo. Lei non mi dice di si, ma non mi ha mai rifiutato indignata. E mentre continua a dirsi non disponibile per questioni di correttezza verso il suo lui, di tanto in tanto si lascia baciare e toccare. Cosa dovrei fare secondo te?

Ti dirò: capisco la diffidenza della tua collega. Anche Glenn Close diceva a Michael Douglas che si sarebbe trattata dell’avventura di una notte. Ma la loro ‘Attrazione Fatale’ ha fatto solo un gran casino. In effetti, il quesito che sollevi è quanto mai interessante: se si possa amare qualcuno tutta la vita e tradirlo con episodi di puro sesso. Questo apre diverse prospettive. La prima ci dice che anche in natura gli animali monogami sono quelli esposti maggiormente al rischio di estinzione. La scienza ci dice che le regole dell’attrazione stanno tutte nella chimica: la dopamina decreta il colpo di fulmine, la serotonina è la causa dell’innamoramento, la vasopressina e l’ossitocina generano tenerezza. Però, se sei come me che in chimica avevo a malapena la sufficienza (ma solo perché stavo simpatica al prof e non mi voleva rovinare la media), puoi decidere di presentarti alla maturità (sentimentale) con un’altra materia. Per esempio, zoologia. E allora tu ti definisci una cornacchia, che si fa il nido e poi gracchia in giro senza troppi complimenti, e alla tua collega le dai della rondine, che non è fedele ma fa finta di esserlo per ragioni di comodo. E infatti, in un nido di rondini, 4/5 pulcini hanno in media 4 padri diversi. Ma i miei preferiti sono i rospi: in questa stagione, iniziano i corteggiamenti. Negli stagni ci si dà un gran da fare, con le rospe che emettono richiami e i rospi che si mettono in bella mostra. E finisce che verso febbraio di accoppiano tutti insieme, con ammucchiate a tre o quattro alla volta. Per arricchire il patrimonio genetico, dice la scienza. E se anche la zoologia non ti va a genio, giocatela con la sociologia. Digli che tu non sei un monogamo sequenziale, ma un poligamo selettivo. Non vuol dire niente, ma tanto la verità è che se una donna non ci sta, non c’è niente da fare.

[per scrivere alla Posta del Cuore: postadelcuore@bresciaoggi.it. Verranno accettate solo lettere firmate e provenienti da indirizzi e-mail validi. Le lettere saranno pubblicate ogni sabato su BresciaWeek, senza riferimenti diretti a fatti o persone riconoscibili]

Anche tu twitti? – posta del cuore (4)

[da BresciaOggi – BresciaWeek – ven.19.12.2008]

Cara Nadiolinda,
da due giorni sono attivo su Facebook. Ieri ho aggiunto una tipa che conoscevo in Twitter ma che poi cancellò il suo account. All’inizio, abbiamo scambiato 4 chiacchiere. Fra le altre cose, mi dice che s’è da poco lasciata col suo ex marito. Poi  aggiunge che le è sempre piaciuto il modo in cui ero carino con lei. Io chiarisco che sono solo una persona gentile e che flirtare quando si chiacchiera non significa provarci davvero. Stamattina, mi arriva la mail da Badoo, di uno dei miei contatti, una ragazza bella e sexy, con un gran fisico. Alle email sono allegate un bel numero di foto osé. La trovo in chat e usa toni molto più vivaci e piccanti del solito. Insomma: si mette a flirtare di brutto e mi manda una raffica di foto che si scatta mentre parliamo; stesso genere di quelle già mandate, ma addirittura più hot. Puoi immaginare. Alla fine mi chiede di mandarle qualche foto mia, dello stesso genere, e se mai potremo vederci dal vivo. Io spengo la chat e rimango perplesso. Tu che ne pensi? Non mi sono mai visto come un’irresistibile calamita sessuale; piuttosto, mi chiedo se è dunque vero che in rete impera una grande promiscuità (non uso il termine che ho davvero in mente), soprattutto femminile… (mail firmata)


Per lavoro e per passione, leggo molte rubriche. Una delle mia preferite è quella che l’economista Tim Harford tiene sulle pagine di Internazionale. Grazie a lui ho scoperto uno studio di Steve Leavitt, altro economista, molto interessante dal quale emerge una domanda chiave: perché le donne che si prostituiscono sono ancora relativamente poche? Dice Leavitt: ‘Nella fascia più alta, parliamo di donne che arrivano a guadagnare centinaia di migliaia di dollari all’anno per lavorare poche ore al giorno e che vanno a letto con tipi spesso più piacevoli di quelli con cui potrebbero avere un rapporto "normale" dopo un paio di appuntamenti’. Altri studi, sempre di Leavitt, hanno dimostrato che la propaganda elettorale o la promozione di film hollywoodiani non hanno rientri direttamente proporzionali agli investimenti fatti. Ovvero: si spende perché gli altri lo fanno; però, è oggettivamente inutile. La tua amica ha gli atteggiamenti di una escort senza esserlo davvero. In un certo senso, è un fake, ossia un bluff virtuale. Come donna, affronta un periodo difficile della sua vita e cerca conferme facili e veloci. Per questo, utilizza la virtualità rendendosi un oggetto di desiderio per perfetti sconosciuti che rimangono tali. La ricerca di conferme è una pratica molto diffusa in rete. Siccome sei una persona sincera, investi tempo a chiederti perché lei lo faccia. Ma è un investimento senza ritorno, perché lei non esiste: è solo una proiezione virtuale del suo ego.

[per scrivere alla Posta del Cuore: postadelcuore@bresciaoggi.it. Verranno accettate solo lettere firmate e provenienti da indirizzi e-mail validi. Le lettere saranno pubblicate ogni sabato su BresciaWeek, senza riferimenti diretti a fatti o persone riconoscibili.]

2008 per gradi

con questo post, inauguro la mia personale versione dell’usanza di classificare il meglio e il peggio dell’anno che sta per finire.
la cosa migliore di quest’anno è stata senz’altro la pubblicazione del mio libro, che è per me come un figlio: mi è costato (e mi costa) molta fatica, ma mi continua a dare un sacco di soddisfazioni.
la cosa peggiore di quest’anno è stata senz’altro la pubblicazione del mio libro, che è per me come un figlio: mi spinge sull’orlo di un esaurimento nervoso, modifica il mio corpo indipendentemente dalla mia volontà e, tutto sommato, fa quel cazzo che vuole lui.

contro la povertà della lingua e dell’ingegno, le tre intuizioni/creazioni geniali del 2008 sono state:
1. la customizzazione delle sacre scritture, che da decenni i cattolici effettuano per adattarle al proprio stile di vita (Gipi)
2. la mignottocrazia (© sen. Guzzanti)
3. wommanizer (Britney non delude mai!)

contro la mancanza di creatività e la crisi del cinema, i tre video musicali più divertenti e geniali del 2008, con idee e intuizioni semplici ma efficaci sono stati:
1. OH YHEA – Moby un elegante e divertente omaggio all’universo di Russ Meyers

2. 50 BOCCA, 100 AMORE – Immanuel Casto il casto divo non delude mai i suoi fan… anche quando si tratta di merchandise!

3. COME MUSICA – Jovanotti la romanticissima danza delle goffe gru…

contro la mancanza di mestiere e il pessimo stato in cui versa la televisione italiana, i tre serial più interessanti e geniali del 2008 arrivano dalla grande macchina USA e hanno personaggi così interessanti e sceneggiature così geniali che non potete perderveli:
1. Pushing Daysies
2. Tru Blood
3. Dexter

vorrei scrivervi anche la lista dei libri e dei fumetti, ma ora devo fare qualcosa delle mie giornate perché ho cazzeggiato fino ad oggi e, se voglio che il libro del 2009 per molti sia il mio nuovo romanzo, devo salutarvi qui e augurare a tutti un anno che spacca! vi abbraccio virtualmente senza fare nomi, ma con tutto l’affetto che ben sapete.

requiem per NM

ieri che era la vigilia, la mia vicina di casa l’ho incontrata sul pianerottolo con un’espressione allucinata.
mi comunica che suo cognato ha avuto un infarto e, con fare palesemente insofferente, conclude: proprio sotto natale, insomma.
io la guardo come si guarda un vampiro e non dico niente. abbozzo un saluto e mi allontano il prima possibile, prima di esplodere. sotto natale sono insofferente peggio di chiunque, altro che più buona.
innanzitutto, odio gli auguri generalizzati e il buonismo patetico verso chiunque. soprattutto se basta una frase per smascherarlo.
e mi vergogno che non esista un connettore modificabile tra la testa e la bocca, così non dovrei più sentire frasi come ‘proprio sotto natale’.

penso che ognuno abbia almeno il diritto di decidere quando morire fregandosene altamente del calendario delle festività.
penso anche che se non ti dispiace che qualcuno muoia (visto che reputi il lutto meno importante del cenone) potresti evitare di commentare del tutto. stare in silenzio e sembrare indiferenti è meglio che aprire bocca e rivelarsi stronzi.

comunque, mi è tornata alla mente una vignetta di Gipi di qualche settimana fa su Internazionale, dove lui parla con Cristo e gli racconta che i cristiani, da decenni, effettuano una customizzazzione delle sacre scritture per adattarle al proprio stile di vita. e mi viene in mente che sarebbe molto comodo customizzare anche le festività.
voglio dire: oggi è una giornata di merda per tutta una serie di motivi e allora, magari, se posso e nessuno si scoccia, vorrei rimandare il natale.
o anche, mettiamo che sia il 15 di luglio e io mi sento in vena di regali e stasera ho voglia di cucinare. perché non fare un bel veglione con alla fine il pandoro e la crema di mascarpone?



ecco.
customizzazione delle festività: ecco una missione di vita per il mio futuro.
e mentre ci penso, realizzo che c’è solo una persona con cui potrei condividere questa cosa.
N.M.
e però NM si è suicidato proprio ieri da facebook, dopo essersi già suicidato qualche settimana fa da myspace. mi manca, nella virtualità, perché era ironico e cattivo più di me e mi istigava a tirar fuori la grinta polemica.
un giorno di questi, gli ho chiesto nella vita reale perché si suicidasse così spesso nella virtualità. ora come ora, così dipendente dalla virtualità come sono, io non riuscirei a uccidere un mio avatar. mi sembrerebbe di farmi un torto. lui, invece, lo fa con convinzione e senza ripensamenti. e non è nemmeno di quelli che cambiano le identità virtuali per crearsene di nuove, tutte bugie impilate una sull’altra. e non gestisce nemmeno profili fake o colossali goliardate.
no, ha una virtualità sincera e corretta.
e poi, ogni tanto, si suicida.
gli chiedo perché. e lui mi risponde: mi ero annoiato.

touché.
e però NM mi mancherà e anche un po’ (ma non diteglielo) mi sta sulle palle perché mi costringe di nuovo a riportare il nostro confronto solo sul piano della realtà. e io me la cavo molto meglio con le parole scritte che con quelle che si dicono al momento. faccio meno fatica e, se scrivo una cazzata, posso sempre cancellarla. uffa.

backstage

ieri all’agenzia SGP di Milano, si sono trovate in tre:
*nadiolinda
*eliselle
*elena torresani

il movente dichiarato erano fotografie.
quello che è diventato rapidamente è un gineceo altamente pettegolo e pure un po’ rozzo.
e ciò che le tre si dissero veramente, solo i muri lo possono sapere.
voi accontentatevi delle immagini, razza di guardoni che non siete altro!

l’indole del babbuino – posta del cuore (3)

Cara Nadiolinda,
qualche sera fa, nel mio salotto, si parlava di maschi stronzi. E di atteggiamenti incomprensibili (l’etichetta di "stronzo" è corretta ma più di tanto non spiega). Io ho citato il caso del signor F., un tizio che conosco di anni 51, ciononostante piacente e circondato da pulzelle e signore di tutte le età.
Ebbene, costui che pure ha il rimorchio estremamente facile nell’arco di un mese, qualche tempo fa ha: avuto una storia con una maestra di sci svizzera (anni 30, molto graziosa) e si augurava che "ne nascesse una cosa seria", tanto che tentò di dire addio alla sua tampinatrice storica. Non glielo disse; trombarono. L’addio glielo recapitò tre giorni dopo via SMS (!). Frattanto, amoreggiava con l’ex moglie, madre di suo figlio, la quale (cito) "s’era anche illusa …", per poi buttarsi tra le braccia della penultima conquista dove attualmente si trova. Cioè, non capisco. Non è neanche invidia: fa rabbia sentirlo parlare ogni volta di una storia …seria! Non è che prenda quello che capita, no: ci pensa e magari ci soffre anche quei dieci minuti. Mah, dev’essere la famosa "leggerezza del maschio" da te già acutamente diagnosticata. Io per me mi sa che sono maschio e pure pesante. Ma soprattutto mi scoccia non capire!
(Pedro, 45 anni, mail firmata)



Il 26 giugno scorso è morto Claudio Capone, voce storica della televisione, uno di quelli che tutti si ascolta e ci si è pure affezionati, ma nessuno sa che faccia ha. Io mi ci incantavo perché faceva i doppiaggi dei documentari sugli animali e pure di Ridge di Beautiful. Così, mi immaginavo che quando Ridge guardava Brooke con amore le raccontava che i babbuini femmina di Amboseli, in Kenya, hanno una vita sociale particolare. Le madri sono tra loro amiche e allevano i cuccioli tutte insieme. Questa cosa le fa vivere di più e meglio perché i legami di solidarietà e di sostegno alleviano lo stress, sia dei piccoli che delle femmine adulte. Che dire, caro Pedro. Serve un solo maschio per ingravidare molte femmine; poi può anche levarsi dalle scatole e forse non è poi una gran perdita. Quando il signor F. fa pipì, di certo regge in mano il suo futuro, perché non mi sembra che i suoi rapporti vadano più lontano di così. In effetti, la natura umana, sia degli esemplari maschi che femmine, è affascinante. E rimpiango Capone, che con quella bellissima voce sapeva sempre dare spiegazioni così elementari che ogni più piccolo perché spariva insieme ai babbuini maschi, perduti nella giungla nell’indifferenza generale del branco di femmine.