Posts by nadiolinda

ruttolinda si fa domande

inizio con lo scusarmi se ho tralasciato un po’ il blog, in queste settimane.
mi avete scritto in tanti, grazie, è stata una manifestazione d’affetto che ho apprezzato assai.
ma la verità è che nella vita ci sono molti momenti. io sono per il bipolarismo e per l’attenzione selettiva: non si possono fare più cose contemporaneamente con lo stesso impegno. nel mio caso, o vivo o scrivo.

ecco che succede in queste settimane.
c’è sempre il momento in cui certe domande è necessario farsele.
meglio: per chi vive con ingenuità e ignora che ogni momento si fanno delle scelte e che ogni scelta è l’inizio di una strada a senso unico, ogni istante è spensierato, il rimpianto è un valido compagno di viaggio e le giustificazioni fantasiose e salvifiche non si contano mai abbastanza.
ma se la vita l’affronti come si fa con i play-books, sai che tutto dipende esclusivamente da te. dunque, niente scuse, niente giustificazioni, niente rimpianti.
un po’ di sana analisi di coscienza, insomma, che non guasta mai ma scarseggia parecchio.



allora, sabato è stato il momento di una domanda grossa grossa, che mi girava nello stomaco da un po’. e come i rutti in fase di definizione, anche gli smottamenti nello stomaco non hanno forma fincheé non diventano o un boato alitoso o una domanda ben delineata.
sabato mi sono addormentata con lo stomaco che sobbolliva.

dodici ore ho dormito, e ancora non mi bastava.
il corpo esausto, la mente in bomba, il piede tatuato di fresco che pulsava e rimaneva indeciso se rintanarsi al caldo del piumone o uscire a cercare sollievo nel fresco della notte.

dodici ore ho dormito perché avevo bisogno di rimanere incosciente.
ogni tanto mi capita di aver voglia di infilarmi un cacciavite nell’orecchio, per cercare se da qualche parte, nel cervello, esiste un interruttore che mi faccia spegnere i pensieri. ma poi non so mai quale emisfero scegliere e allora mi arrendo e mi accontento di dormire. 

dodici ore nell’incoscienza, per fermare ogni attività e permettere allo stomaco di ruttare la domanda giusta.
la mattina nevicava e io avevo uno stage di danza, l’ultima giornata in teatro a muovere il corpo improvvisando senza musica. non mi sono mai chiesta come si fa a ballare senza musica. me l’ha chiesto una persona, anni fa. ma non era un buona domanda perché già avevo la risposta: si fa e basta.
non è la musica che ti fa ballare: è il corpo cosciente della sua qualità di movimento.
e questo lo so.

la mattina non volevo alzarmi, ma gli organi interni non si mettono in moto senza un’iniziativa della volontà cosciente. tutte le discipline orientali consigliano sotto le coperte la posizione del gatto per attivare le funzioni vitali con un segnale inequivocabile: una sonora scoreggia.
e ricordo una storia che la mia mamma mi raccontava, sulla lotta per il comando degli organi del corpo, in cui uno alla volta sciopera per dimostrare la sua necessità. e alla fine, quando sciopera il buco del culo tutti si arredono: è lui che comanda.
ma la mia domanda non è una scoreggia, è un rutto che arriva dallo stomaco e ancora non si muove.



così mi alzo, medico il piede tatuato, infilo la tuta a strati e salgo in auto sotto la neve. in retro, percorro il vicolo e mi fermo davanti al caffè dove si incontrano gli abitanti della città vecchia, qualcuno vecchio nel corpo, qualcuno nella testa. riconosco le puttane e i transessuali che battono sotto casa. sono quelli che mi tengono d’occhio l’auto quando la lascio in divieto, che comprano le medicine alle signore anziane che vivono da sole, che ti raccontano i movimenti degli spacciatori e le vie che è meglio evitare, che fanno la vita sana di queste strade.
è domenica, penso, faranno colazione dopo la serata di lavoro.
e mentre finisco la manovra, si avvicinano le mie due pereferite, perché ormai siamo in confidenza e ci salutiamo sempre e loro leggono le mie rubriche e le commentano e mi chiedono se sono vere…

< si, certo, perché dovrei scrivere di qualcosa che non è vita? che senso avrebbe? a chi interesserebbe? e, in ultimo, cosa c’è di più bizzarro della vita che vive in modi imprevedibili eppure, semplicemente, va avanti? >

… che commentano sempre in modo arguto perché loro la vita hanno imparato ad afferrarla dritta dritta per le palle…

< si fa così, cara mia. decidi e vai dritta a testa alta. e a chi ha qualcosa da dire, un calcio diretto nei coglioni, ché il rispetto a una signora non lo si nega mai>

… che mi danno consigli sull’abbigliamento e approvano i miei fidanzati e si informano se mi trattano come si conviene a una donna…

< si, ho uomini che mi amano. e mi domando come mai. ma anche questa la so: l’amore non ha a che fare con il merito>


mi fermano le mie puttane di fiducia e mi dicono che mi hanno visto in TV. vogliono che mi fermi con le amiche e allora parcheggio in divieto e bevo un caffè al banco, perché ho fretta e non ho ancora fatto il mio rutto liberatorio. mi raccontano veloci del sabato sera e poi mi dicono cose come ‘teh, ma Costanzo com’è dal vivo?’ o ‘ma la Mosetti s’è rifatta, neh?’ e ancora ‘ma Papi…che simpatico che è. vero che è simpatico, vero?’.
io non so rispondere, naturalmente.
anche questa la so: la televisione sembra un mondo e invece è irreale, non esiste. chi la popola sono personaggi che non sono più veri e meno drammatici di quelli pirandelliani, come loro perennemente in cerca di autori che gli mettano in bocca parole e gli facciano fare azioni.
e so anche un’altra cosa: non mi interessa. le persone mi piacciono sempre più dei personaggi e la tv è uno spazio così stretto che ci si respira a fatica.
e poi la mia trans siliconata di 52 anni mi dice con voce baritonale:
‘certo che sei bella sciolta, eh?!’

…puff. rido. di gusto. per la prima volta dopo giorni. il caffé mi sale su per il naso e mi torna una gran voglia di uscire, di scrivere, di vedere gli amici. lo stomaco si ferma e dimentico la domanda in sospeso.
è bastato un momento di leggerezza e tutto è andato a posto.

alle volte, c’è una domanda che non bisogna farsi, perché se no poi le cose diventano davvero troppo complicate.
e mica ne vale sempre la pena, neh?!

Le leggi dell’attrazione – posta del cuore (5)

[da BresciaOggi – BresciaWeek – ven 24.12.2008]

Cara Nadiolinda,
approfitto di questo spazio per chiederti un parere. Da qualche tempo, frequento una donna per motivi di lavoro. Siamo in sedi diverse, ma non troppo distanti. Dopo i primi approcci (pochi) fra il professionale e il confidenziale, sono stato diretto è le ho paventato il mio interesse sessuale nei suoi confronti. Premetto che siamo tutti e due già in coppia; felicemente, almeno per quanto mi riguarda. La questione è una forte attrazione fisica, che entrambi sentiamo e che, secondo il mio modo di vedere,andrebbe la pena di vivere fino in fondo. Insomma: io le ho proposto un solo rapporto completo. Lei non mi dice di si, ma non mi ha mai rifiutato indignata. E mentre continua a dirsi non disponibile per questioni di correttezza verso il suo lui, di tanto in tanto si lascia baciare e toccare. Cosa dovrei fare secondo te?

Ti dirò: capisco la diffidenza della tua collega. Anche Glenn Close diceva a Michael Douglas che si sarebbe trattata dell’avventura di una notte. Ma la loro ‘Attrazione Fatale’ ha fatto solo un gran casino. In effetti, il quesito che sollevi è quanto mai interessante: se si possa amare qualcuno tutta la vita e tradirlo con episodi di puro sesso. Questo apre diverse prospettive. La prima ci dice che anche in natura gli animali monogami sono quelli esposti maggiormente al rischio di estinzione. La scienza ci dice che le regole dell’attrazione stanno tutte nella chimica: la dopamina decreta il colpo di fulmine, la serotonina è la causa dell’innamoramento, la vasopressina e l’ossitocina generano tenerezza. Però, se sei come me che in chimica avevo a malapena la sufficienza (ma solo perché stavo simpatica al prof e non mi voleva rovinare la media), puoi decidere di presentarti alla maturità (sentimentale) con un’altra materia. Per esempio, zoologia. E allora tu ti definisci una cornacchia, che si fa il nido e poi gracchia in giro senza troppi complimenti, e alla tua collega le dai della rondine, che non è fedele ma fa finta di esserlo per ragioni di comodo. E infatti, in un nido di rondini, 4/5 pulcini hanno in media 4 padri diversi. Ma i miei preferiti sono i rospi: in questa stagione, iniziano i corteggiamenti. Negli stagni ci si dà un gran da fare, con le rospe che emettono richiami e i rospi che si mettono in bella mostra. E finisce che verso febbraio di accoppiano tutti insieme, con ammucchiate a tre o quattro alla volta. Per arricchire il patrimonio genetico, dice la scienza. E se anche la zoologia non ti va a genio, giocatela con la sociologia. Digli che tu non sei un monogamo sequenziale, ma un poligamo selettivo. Non vuol dire niente, ma tanto la verità è che se una donna non ci sta, non c’è niente da fare.

[per scrivere alla Posta del Cuore: postadelcuore@bresciaoggi.it. Verranno accettate solo lettere firmate e provenienti da indirizzi e-mail validi. Le lettere saranno pubblicate ogni sabato su BresciaWeek, senza riferimenti diretti a fatti o persone riconoscibili]

Anche tu twitti? – posta del cuore (4)

[da BresciaOggi – BresciaWeek – ven.19.12.2008]

Cara Nadiolinda,
da due giorni sono attivo su Facebook. Ieri ho aggiunto una tipa che conoscevo in Twitter ma che poi cancellò il suo account. All’inizio, abbiamo scambiato 4 chiacchiere. Fra le altre cose, mi dice che s’è da poco lasciata col suo ex marito. Poi  aggiunge che le è sempre piaciuto il modo in cui ero carino con lei. Io chiarisco che sono solo una persona gentile e che flirtare quando si chiacchiera non significa provarci davvero. Stamattina, mi arriva la mail da Badoo, di uno dei miei contatti, una ragazza bella e sexy, con un gran fisico. Alle email sono allegate un bel numero di foto osé. La trovo in chat e usa toni molto più vivaci e piccanti del solito. Insomma: si mette a flirtare di brutto e mi manda una raffica di foto che si scatta mentre parliamo; stesso genere di quelle già mandate, ma addirittura più hot. Puoi immaginare. Alla fine mi chiede di mandarle qualche foto mia, dello stesso genere, e se mai potremo vederci dal vivo. Io spengo la chat e rimango perplesso. Tu che ne pensi? Non mi sono mai visto come un’irresistibile calamita sessuale; piuttosto, mi chiedo se è dunque vero che in rete impera una grande promiscuità (non uso il termine che ho davvero in mente), soprattutto femminile… (mail firmata)


Per lavoro e per passione, leggo molte rubriche. Una delle mia preferite è quella che l’economista Tim Harford tiene sulle pagine di Internazionale. Grazie a lui ho scoperto uno studio di Steve Leavitt, altro economista, molto interessante dal quale emerge una domanda chiave: perché le donne che si prostituiscono sono ancora relativamente poche? Dice Leavitt: ‘Nella fascia più alta, parliamo di donne che arrivano a guadagnare centinaia di migliaia di dollari all’anno per lavorare poche ore al giorno e che vanno a letto con tipi spesso più piacevoli di quelli con cui potrebbero avere un rapporto "normale" dopo un paio di appuntamenti’. Altri studi, sempre di Leavitt, hanno dimostrato che la propaganda elettorale o la promozione di film hollywoodiani non hanno rientri direttamente proporzionali agli investimenti fatti. Ovvero: si spende perché gli altri lo fanno; però, è oggettivamente inutile. La tua amica ha gli atteggiamenti di una escort senza esserlo davvero. In un certo senso, è un fake, ossia un bluff virtuale. Come donna, affronta un periodo difficile della sua vita e cerca conferme facili e veloci. Per questo, utilizza la virtualità rendendosi un oggetto di desiderio per perfetti sconosciuti che rimangono tali. La ricerca di conferme è una pratica molto diffusa in rete. Siccome sei una persona sincera, investi tempo a chiederti perché lei lo faccia. Ma è un investimento senza ritorno, perché lei non esiste: è solo una proiezione virtuale del suo ego.

[per scrivere alla Posta del Cuore: postadelcuore@bresciaoggi.it. Verranno accettate solo lettere firmate e provenienti da indirizzi e-mail validi. Le lettere saranno pubblicate ogni sabato su BresciaWeek, senza riferimenti diretti a fatti o persone riconoscibili.]

2008 per gradi

con questo post, inauguro la mia personale versione dell’usanza di classificare il meglio e il peggio dell’anno che sta per finire.
la cosa migliore di quest’anno è stata senz’altro la pubblicazione del mio libro, che è per me come un figlio: mi è costato (e mi costa) molta fatica, ma mi continua a dare un sacco di soddisfazioni.
la cosa peggiore di quest’anno è stata senz’altro la pubblicazione del mio libro, che è per me come un figlio: mi spinge sull’orlo di un esaurimento nervoso, modifica il mio corpo indipendentemente dalla mia volontà e, tutto sommato, fa quel cazzo che vuole lui.

contro la povertà della lingua e dell’ingegno, le tre intuizioni/creazioni geniali del 2008 sono state:
1. la customizzazione delle sacre scritture, che da decenni i cattolici effettuano per adattarle al proprio stile di vita (Gipi)
2. la mignottocrazia (© sen. Guzzanti)
3. wommanizer (Britney non delude mai!)

contro la mancanza di creatività e la crisi del cinema, i tre video musicali più divertenti e geniali del 2008, con idee e intuizioni semplici ma efficaci sono stati:
1. OH YHEA – Moby un elegante e divertente omaggio all’universo di Russ Meyers

2. 50 BOCCA, 100 AMORE – Immanuel Casto il casto divo non delude mai i suoi fan… anche quando si tratta di merchandise!

3. COME MUSICA – Jovanotti la romanticissima danza delle goffe gru…

contro la mancanza di mestiere e il pessimo stato in cui versa la televisione italiana, i tre serial più interessanti e geniali del 2008 arrivano dalla grande macchina USA e hanno personaggi così interessanti e sceneggiature così geniali che non potete perderveli:
1. Pushing Daysies
2. Tru Blood
3. Dexter

vorrei scrivervi anche la lista dei libri e dei fumetti, ma ora devo fare qualcosa delle mie giornate perché ho cazzeggiato fino ad oggi e, se voglio che il libro del 2009 per molti sia il mio nuovo romanzo, devo salutarvi qui e augurare a tutti un anno che spacca! vi abbraccio virtualmente senza fare nomi, ma con tutto l’affetto che ben sapete.

requiem per NM

ieri che era la vigilia, la mia vicina di casa l’ho incontrata sul pianerottolo con un’espressione allucinata.
mi comunica che suo cognato ha avuto un infarto e, con fare palesemente insofferente, conclude: proprio sotto natale, insomma.
io la guardo come si guarda un vampiro e non dico niente. abbozzo un saluto e mi allontano il prima possibile, prima di esplodere. sotto natale sono insofferente peggio di chiunque, altro che più buona.
innanzitutto, odio gli auguri generalizzati e il buonismo patetico verso chiunque. soprattutto se basta una frase per smascherarlo.
e mi vergogno che non esista un connettore modificabile tra la testa e la bocca, così non dovrei più sentire frasi come ‘proprio sotto natale’.

penso che ognuno abbia almeno il diritto di decidere quando morire fregandosene altamente del calendario delle festività.
penso anche che se non ti dispiace che qualcuno muoia (visto che reputi il lutto meno importante del cenone) potresti evitare di commentare del tutto. stare in silenzio e sembrare indiferenti è meglio che aprire bocca e rivelarsi stronzi.

comunque, mi è tornata alla mente una vignetta di Gipi di qualche settimana fa su Internazionale, dove lui parla con Cristo e gli racconta che i cristiani, da decenni, effettuano una customizzazzione delle sacre scritture per adattarle al proprio stile di vita. e mi viene in mente che sarebbe molto comodo customizzare anche le festività.
voglio dire: oggi è una giornata di merda per tutta una serie di motivi e allora, magari, se posso e nessuno si scoccia, vorrei rimandare il natale.
o anche, mettiamo che sia il 15 di luglio e io mi sento in vena di regali e stasera ho voglia di cucinare. perché non fare un bel veglione con alla fine il pandoro e la crema di mascarpone?



ecco.
customizzazione delle festività: ecco una missione di vita per il mio futuro.
e mentre ci penso, realizzo che c’è solo una persona con cui potrei condividere questa cosa.
N.M.
e però NM si è suicidato proprio ieri da facebook, dopo essersi già suicidato qualche settimana fa da myspace. mi manca, nella virtualità, perché era ironico e cattivo più di me e mi istigava a tirar fuori la grinta polemica.
un giorno di questi, gli ho chiesto nella vita reale perché si suicidasse così spesso nella virtualità. ora come ora, così dipendente dalla virtualità come sono, io non riuscirei a uccidere un mio avatar. mi sembrerebbe di farmi un torto. lui, invece, lo fa con convinzione e senza ripensamenti. e non è nemmeno di quelli che cambiano le identità virtuali per crearsene di nuove, tutte bugie impilate una sull’altra. e non gestisce nemmeno profili fake o colossali goliardate.
no, ha una virtualità sincera e corretta.
e poi, ogni tanto, si suicida.
gli chiedo perché. e lui mi risponde: mi ero annoiato.

touché.
e però NM mi mancherà e anche un po’ (ma non diteglielo) mi sta sulle palle perché mi costringe di nuovo a riportare il nostro confronto solo sul piano della realtà. e io me la cavo molto meglio con le parole scritte che con quelle che si dicono al momento. faccio meno fatica e, se scrivo una cazzata, posso sempre cancellarla. uffa.

backstage

ieri all’agenzia SGP di Milano, si sono trovate in tre:
*nadiolinda
*eliselle
*elena torresani

il movente dichiarato erano fotografie.
quello che è diventato rapidamente è un gineceo altamente pettegolo e pure un po’ rozzo.
e ciò che le tre si dissero veramente, solo i muri lo possono sapere.
voi accontentatevi delle immagini, razza di guardoni che non siete altro!

l’indole del babbuino – posta del cuore (3)

Cara Nadiolinda,
qualche sera fa, nel mio salotto, si parlava di maschi stronzi. E di atteggiamenti incomprensibili (l’etichetta di "stronzo" è corretta ma più di tanto non spiega). Io ho citato il caso del signor F., un tizio che conosco di anni 51, ciononostante piacente e circondato da pulzelle e signore di tutte le età.
Ebbene, costui che pure ha il rimorchio estremamente facile nell’arco di un mese, qualche tempo fa ha: avuto una storia con una maestra di sci svizzera (anni 30, molto graziosa) e si augurava che "ne nascesse una cosa seria", tanto che tentò di dire addio alla sua tampinatrice storica. Non glielo disse; trombarono. L’addio glielo recapitò tre giorni dopo via SMS (!). Frattanto, amoreggiava con l’ex moglie, madre di suo figlio, la quale (cito) "s’era anche illusa …", per poi buttarsi tra le braccia della penultima conquista dove attualmente si trova. Cioè, non capisco. Non è neanche invidia: fa rabbia sentirlo parlare ogni volta di una storia …seria! Non è che prenda quello che capita, no: ci pensa e magari ci soffre anche quei dieci minuti. Mah, dev’essere la famosa "leggerezza del maschio" da te già acutamente diagnosticata. Io per me mi sa che sono maschio e pure pesante. Ma soprattutto mi scoccia non capire!
(Pedro, 45 anni, mail firmata)



Il 26 giugno scorso è morto Claudio Capone, voce storica della televisione, uno di quelli che tutti si ascolta e ci si è pure affezionati, ma nessuno sa che faccia ha. Io mi ci incantavo perché faceva i doppiaggi dei documentari sugli animali e pure di Ridge di Beautiful. Così, mi immaginavo che quando Ridge guardava Brooke con amore le raccontava che i babbuini femmina di Amboseli, in Kenya, hanno una vita sociale particolare. Le madri sono tra loro amiche e allevano i cuccioli tutte insieme. Questa cosa le fa vivere di più e meglio perché i legami di solidarietà e di sostegno alleviano lo stress, sia dei piccoli che delle femmine adulte. Che dire, caro Pedro. Serve un solo maschio per ingravidare molte femmine; poi può anche levarsi dalle scatole e forse non è poi una gran perdita. Quando il signor F. fa pipì, di certo regge in mano il suo futuro, perché non mi sembra che i suoi rapporti vadano più lontano di così. In effetti, la natura umana, sia degli esemplari maschi che femmine, è affascinante. E rimpiango Capone, che con quella bellissima voce sapeva sempre dare spiegazioni così elementari che ogni più piccolo perché spariva insieme ai babbuini maschi, perduti nella giungla nell’indifferenza generale del branco di femmine.

proposte per i regali di natale (3)

ricordando che chi non fa sesso a capodanno non fa sesso tutto l’anno e pensando a chi è fornito dell’entusiasmo ma manca del partner…
…perché non regalare la nuovissima macchina per l’autoerotismo realizzata da 0verflow?

collegato tramite usb al computer, si sincronizza con film predisposti per regalarvi momenti di assoluta pigrizia sessuale e, pare, con la massima soddisfazione grazie al SEPTON, il materiale utilizzato per realizzare le parti direttamente a contatto con le zone più sensibili e già in uso in molti dispositivi medici. nella versione maschile l’interno è di prima qualità: «grazie ad innumerevoli pieghe e protuberanze sarà un vero piacere» si legge sul sito del produttore.
«il suo tocco soffice garantisce un piacere lussurioso maggiore dell’equivalente reale»

social network e crack finanziario – posta del cuore (2)

[da BresciaWeek – BresciaOggi del 5.12.2008]

Cara Nadiolinda,
mi sta succedendo una cosa strana. Nella vita reale, sono sposata con un uomo fantastico, ho due figli e sono felice. Per gioco, un giorno ho aperto un profilo su un social network molto frequentato. L’ho fatto così, per scherzare, per passare il tempo. Qualche settimana fa ho conosciuto una persona il cui nick è Nuovi Orizzonti. Associato al profilo, c’era la foto di un uomo attraente che però, ho scoperto in seguito, nulla ha a che fare con il vero titolare. Comunque: all’inizio per qualche giorno ci siamo scritti mail, poi ci siamo scambiati il numero dei cellulare. Quando ho sentito la sua voce, al telefono, è stato emozionante: mi piaceva. Molto. Un’emozione nuova, per me. Fatto sta che questa persona mi ha inviato tramite mms la sua vera immagine: orribile; anche se ormai, in qualche modo, mi ero affezionata a lui: mi piaceva quello che mi diceva, forse un po’ ne avevo anche bisogno, tutti questi complimenti dopo 14 anni di matrimonio… Insomma, oggi ho deciso di chiudere, in accordo con lui: la cosa mi stava sfuggendo di mano e rischiavo di lasciarmi coinvolgere. Ora però mi chiedo perché sto male. In fondo, era e rimane uno sconosciuto. Mi diceva di non essere degno di me e io non ho mai capito cosa volesse. Però soffro. Assurdo, non trovi?
(A. – mail firmata)

La finanza creativa è una creatura bizzarra. Se il tuo fruttivendolo contrattasse con te il prezzo dei pomodori che ti servono per il sugo delle lasagne di domenica proponendoti una scommessa sul fatto che domani farà bello oppure pioggia e, intanto che verificate la scommessa, ti dà da portar via un sacchetto di pomodori in polistirolo, tu lo guarderesti come si guarda uno da internare e buttar via la chiave. Subito. Eppure, in borsa ogni giorno si contrattano materie come il petrolio vendendo ‘barili di carta’ e scommettendo a rilancio continuo su ogni tipo di variante. Vedi, cara A., internet funziona come la borsa: c’è la sincerità che fa sugo e quella di cartone. Quando ti metti on-line e allacci relazioni, scommetti sulla possibilità che chi ti risponde dall’altra parte sia sincero per davvero. Per far salire le quotazioni del rapporto, occorre investire in liquidità sentimentale e, dunque, più l’intimità è elevata più il rischio di crack è alto, nel caso che l’investimento sia solo tuo. Come con la borsa, la percentuale di chi si è arricchito davvero è molto bassa rispetto alla massa degli investitori. E, comunque, se sei furbo, prima o poi investi i guadagni in qualcosa di più concreto. Per farla semplice, cara A., sii fiera di te perché non ti sei fatta lusingare da false prospettive e sei riuscita a rivalutare quello che davvero possiedi: un amore vero e una famiglia.

se cercate un vero uomo è ora di diventare tifose …di rugby!

Sono bresciana, ma tifo Bergamasco.
Non è questione di campanilismo: qui si tratta di rugby, ragazze mie.

Per chi non l’ha ancora preso in considerazione, è proprio ora di diventare tifose!
Reduce dal bellissimo incontro padovano tra Italia e Australia, eccomi pronta a raccontarvi dieci buone ragioni per mollare i calciatori (quelli che giocano e quelli che tifano) e abbracciare (in tutti i sensi che volete!) il fantastico mondo del rugby.

Primo: allo stadio, ci potete andare da sole. Tra il pubblico del rugby non troverete mai scalmanati e ubriachi pronti a molestarvi. Tutt’altro: gli spalti pullulano di famiglie, padri con bambini anche piccoli, ragazze e ragazzi di ogni età che sono lì per divertirsi.
Secondo: chi tifa rugby, spesso pratica rugby. Dunque, la probabilità che tra una mèta e l’altra rimorchiate un bel rugbista ancora entusiasta per il match è molto elevata. Controindicazione: non siete le sole e la concorrenza tra cacciatrici di rugbisti è spietata. Se siete donne gelose, andate alle partite con le amiche o il cugino: eviterete di tornare a casa con il fegato grosso e il fidanzato col torcicollo.
Terzo: le regole del rugby sono elementari e le partite appassionanti. Inoltre, non dovrete subirvi giorni e giorni di estenuanti dibattiti sul fuori-gioco, che è stato creato dagli uomini al solo scopo di fare discussioni infinite sul calcio. La verità è che il fuori-gioco, per gli uomini, è come il punto G: ne sono ossessionati, ma non hanno la minima idea di cosa sia o come funzioni.
Quarto: l’unico cartello veramente utile fuori dallo stadio è ‘Attenzione: montagne di muscoli in movimento’.
Quinto: il rugby accende la fantasia. Io sogno spesso di essere la palla, soprattutto durante le mischie. Sesto: il rugby è uno sport sano. I giocatori sono come li vedi, vanno a carne rossa e birra, giocano sempre secondo le regole e non lasciano dubbi sulla loro virilità. Niente look metrosexual, tagli fashion, accessori e amenicoli modaioli: qui si gioca duro e poi …ragazze, siamo tutti per voi!
Settimo: il rugbista possiede muscoli sconosciuti all’uomo medio; tutti da scoprire.
Ottavo: dentro e fuori dal campo, il rugbista placca preferibilmente sotto la cintura; anche quella di strass.
Nono: alla fine della partita, nessun giocatore sfreccia via sulla sua macchina costosa con fotomodella al fianco. Ci si dà tutti appuntamento per il terzo tempo: una festa in cui giocatori e pubblico (anche quello femminile) si trovano a brindare alla partita fino a notte fonda.
Decimo: il rugbista è di norma fighissimo; è grande, grosso, simpatico e non se la tira.
E non dimentichiamo che… la percentuale di testosterone presente nel sangue di un rugbista è mediamente illegale.

Direi che ce n’è abbastanza anche per la più scettica di voi.
Ogni donna dovrebbe avere un fidanzato rugbista almeno una volta nella vita, giusto per avere un termine di paragone. Il rugbista è un vero uomo, di quelli grandi che quando ti abbracciano ti soffocano tra i bicipiti. E’ comodo dormirgli addosso e ti fa sentire protetta. E’ un gigante buono che ti obbliga a sentirti femmina.

Care amiche, dite basta a uomini intellettuali, fissati col look, intimoriti dalle donne, che hanno paura chissà di cosa e sono sempre pronti alla fuga. Basta, non se ne può più. Aderite anche voi al progetto ‘Le donne amano il rugby’: con un euro a testa, attiviamo un numero verde; poi andiamo tutte allo stadio e prepariamo uno striscione con scritto: ‘Rugbista single? Chiamaci!’: ogni telefonata sarà smistata sul telefono di una donna stanca di storie con uomini che sembrano ma non sono. Non è un’agenzia matrimoniale: è una missione sociale!

[da ‘La meta- Il settimanale italiano del rugby del 25.11.2008]