se cercate un vero uomo è ora di diventare tifose …di rugby!

Sono bresciana, ma tifo Bergamasco.
Non è questione di campanilismo: qui si tratta di rugby, ragazze mie.

Per chi non l’ha ancora preso in considerazione, è proprio ora di diventare tifose!
Reduce dal bellissimo incontro padovano tra Italia e Australia, eccomi pronta a raccontarvi dieci buone ragioni per mollare i calciatori (quelli che giocano e quelli che tifano) e abbracciare (in tutti i sensi che volete!) il fantastico mondo del rugby.

Primo: allo stadio, ci potete andare da sole. Tra il pubblico del rugby non troverete mai scalmanati e ubriachi pronti a molestarvi. Tutt’altro: gli spalti pullulano di famiglie, padri con bambini anche piccoli, ragazze e ragazzi di ogni età che sono lì per divertirsi.
Secondo: chi tifa rugby, spesso pratica rugby. Dunque, la probabilità che tra una mèta e l’altra rimorchiate un bel rugbista ancora entusiasta per il match è molto elevata. Controindicazione: non siete le sole e la concorrenza tra cacciatrici di rugbisti è spietata. Se siete donne gelose, andate alle partite con le amiche o il cugino: eviterete di tornare a casa con il fegato grosso e il fidanzato col torcicollo.
Terzo: le regole del rugby sono elementari e le partite appassionanti. Inoltre, non dovrete subirvi giorni e giorni di estenuanti dibattiti sul fuori-gioco, che è stato creato dagli uomini al solo scopo di fare discussioni infinite sul calcio. La verità è che il fuori-gioco, per gli uomini, è come il punto G: ne sono ossessionati, ma non hanno la minima idea di cosa sia o come funzioni.
Quarto: l’unico cartello veramente utile fuori dallo stadio è ‘Attenzione: montagne di muscoli in movimento’.
Quinto: il rugby accende la fantasia. Io sogno spesso di essere la palla, soprattutto durante le mischie. Sesto: il rugby è uno sport sano. I giocatori sono come li vedi, vanno a carne rossa e birra, giocano sempre secondo le regole e non lasciano dubbi sulla loro virilità. Niente look metrosexual, tagli fashion, accessori e amenicoli modaioli: qui si gioca duro e poi …ragazze, siamo tutti per voi!
Settimo: il rugbista possiede muscoli sconosciuti all’uomo medio; tutti da scoprire.
Ottavo: dentro e fuori dal campo, il rugbista placca preferibilmente sotto la cintura; anche quella di strass.
Nono: alla fine della partita, nessun giocatore sfreccia via sulla sua macchina costosa con fotomodella al fianco. Ci si dà tutti appuntamento per il terzo tempo: una festa in cui giocatori e pubblico (anche quello femminile) si trovano a brindare alla partita fino a notte fonda.
Decimo: il rugbista è di norma fighissimo; è grande, grosso, simpatico e non se la tira.
E non dimentichiamo che… la percentuale di testosterone presente nel sangue di un rugbista è mediamente illegale.

Direi che ce n’è abbastanza anche per la più scettica di voi.
Ogni donna dovrebbe avere un fidanzato rugbista almeno una volta nella vita, giusto per avere un termine di paragone. Il rugbista è un vero uomo, di quelli grandi che quando ti abbracciano ti soffocano tra i bicipiti. E’ comodo dormirgli addosso e ti fa sentire protetta. E’ un gigante buono che ti obbliga a sentirti femmina.

Care amiche, dite basta a uomini intellettuali, fissati col look, intimoriti dalle donne, che hanno paura chissà di cosa e sono sempre pronti alla fuga. Basta, non se ne può più. Aderite anche voi al progetto ‘Le donne amano il rugby’: con un euro a testa, attiviamo un numero verde; poi andiamo tutte allo stadio e prepariamo uno striscione con scritto: ‘Rugbista single? Chiamaci!’: ogni telefonata sarà smistata sul telefono di una donna stanca di storie con uomini che sembrano ma non sono. Non è un’agenzia matrimoniale: è una missione sociale!

[da ‘La meta- Il settimanale italiano del rugby del 25.11.2008]