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proposte per i regali di natale (3)

ricordando che chi non fa sesso a capodanno non fa sesso tutto l’anno e pensando a chi è fornito dell’entusiasmo ma manca del partner…
…perché non regalare la nuovissima macchina per l’autoerotismo realizzata da 0verflow?

collegato tramite usb al computer, si sincronizza con film predisposti per regalarvi momenti di assoluta pigrizia sessuale e, pare, con la massima soddisfazione grazie al SEPTON, il materiale utilizzato per realizzare le parti direttamente a contatto con le zone più sensibili e già in uso in molti dispositivi medici. nella versione maschile l’interno è di prima qualità: «grazie ad innumerevoli pieghe e protuberanze sarà un vero piacere» si legge sul sito del produttore.
«il suo tocco soffice garantisce un piacere lussurioso maggiore dell’equivalente reale»

social network e crack finanziario – posta del cuore (2)

[da BresciaWeek – BresciaOggi del 5.12.2008]

Cara Nadiolinda,
mi sta succedendo una cosa strana. Nella vita reale, sono sposata con un uomo fantastico, ho due figli e sono felice. Per gioco, un giorno ho aperto un profilo su un social network molto frequentato. L’ho fatto così, per scherzare, per passare il tempo. Qualche settimana fa ho conosciuto una persona il cui nick è Nuovi Orizzonti. Associato al profilo, c’era la foto di un uomo attraente che però, ho scoperto in seguito, nulla ha a che fare con il vero titolare. Comunque: all’inizio per qualche giorno ci siamo scritti mail, poi ci siamo scambiati il numero dei cellulare. Quando ho sentito la sua voce, al telefono, è stato emozionante: mi piaceva. Molto. Un’emozione nuova, per me. Fatto sta che questa persona mi ha inviato tramite mms la sua vera immagine: orribile; anche se ormai, in qualche modo, mi ero affezionata a lui: mi piaceva quello che mi diceva, forse un po’ ne avevo anche bisogno, tutti questi complimenti dopo 14 anni di matrimonio… Insomma, oggi ho deciso di chiudere, in accordo con lui: la cosa mi stava sfuggendo di mano e rischiavo di lasciarmi coinvolgere. Ora però mi chiedo perché sto male. In fondo, era e rimane uno sconosciuto. Mi diceva di non essere degno di me e io non ho mai capito cosa volesse. Però soffro. Assurdo, non trovi?
(A. – mail firmata)

La finanza creativa è una creatura bizzarra. Se il tuo fruttivendolo contrattasse con te il prezzo dei pomodori che ti servono per il sugo delle lasagne di domenica proponendoti una scommessa sul fatto che domani farà bello oppure pioggia e, intanto che verificate la scommessa, ti dà da portar via un sacchetto di pomodori in polistirolo, tu lo guarderesti come si guarda uno da internare e buttar via la chiave. Subito. Eppure, in borsa ogni giorno si contrattano materie come il petrolio vendendo ‘barili di carta’ e scommettendo a rilancio continuo su ogni tipo di variante. Vedi, cara A., internet funziona come la borsa: c’è la sincerità che fa sugo e quella di cartone. Quando ti metti on-line e allacci relazioni, scommetti sulla possibilità che chi ti risponde dall’altra parte sia sincero per davvero. Per far salire le quotazioni del rapporto, occorre investire in liquidità sentimentale e, dunque, più l’intimità è elevata più il rischio di crack è alto, nel caso che l’investimento sia solo tuo. Come con la borsa, la percentuale di chi si è arricchito davvero è molto bassa rispetto alla massa degli investitori. E, comunque, se sei furbo, prima o poi investi i guadagni in qualcosa di più concreto. Per farla semplice, cara A., sii fiera di te perché non ti sei fatta lusingare da false prospettive e sei riuscita a rivalutare quello che davvero possiedi: un amore vero e una famiglia.

se cercate un vero uomo è ora di diventare tifose …di rugby!

Sono bresciana, ma tifo Bergamasco.
Non è questione di campanilismo: qui si tratta di rugby, ragazze mie.

Per chi non l’ha ancora preso in considerazione, è proprio ora di diventare tifose!
Reduce dal bellissimo incontro padovano tra Italia e Australia, eccomi pronta a raccontarvi dieci buone ragioni per mollare i calciatori (quelli che giocano e quelli che tifano) e abbracciare (in tutti i sensi che volete!) il fantastico mondo del rugby.

Primo: allo stadio, ci potete andare da sole. Tra il pubblico del rugby non troverete mai scalmanati e ubriachi pronti a molestarvi. Tutt’altro: gli spalti pullulano di famiglie, padri con bambini anche piccoli, ragazze e ragazzi di ogni età che sono lì per divertirsi.
Secondo: chi tifa rugby, spesso pratica rugby. Dunque, la probabilità che tra una mèta e l’altra rimorchiate un bel rugbista ancora entusiasta per il match è molto elevata. Controindicazione: non siete le sole e la concorrenza tra cacciatrici di rugbisti è spietata. Se siete donne gelose, andate alle partite con le amiche o il cugino: eviterete di tornare a casa con il fegato grosso e il fidanzato col torcicollo.
Terzo: le regole del rugby sono elementari e le partite appassionanti. Inoltre, non dovrete subirvi giorni e giorni di estenuanti dibattiti sul fuori-gioco, che è stato creato dagli uomini al solo scopo di fare discussioni infinite sul calcio. La verità è che il fuori-gioco, per gli uomini, è come il punto G: ne sono ossessionati, ma non hanno la minima idea di cosa sia o come funzioni.
Quarto: l’unico cartello veramente utile fuori dallo stadio è ‘Attenzione: montagne di muscoli in movimento’.
Quinto: il rugby accende la fantasia. Io sogno spesso di essere la palla, soprattutto durante le mischie. Sesto: il rugby è uno sport sano. I giocatori sono come li vedi, vanno a carne rossa e birra, giocano sempre secondo le regole e non lasciano dubbi sulla loro virilità. Niente look metrosexual, tagli fashion, accessori e amenicoli modaioli: qui si gioca duro e poi …ragazze, siamo tutti per voi!
Settimo: il rugbista possiede muscoli sconosciuti all’uomo medio; tutti da scoprire.
Ottavo: dentro e fuori dal campo, il rugbista placca preferibilmente sotto la cintura; anche quella di strass.
Nono: alla fine della partita, nessun giocatore sfreccia via sulla sua macchina costosa con fotomodella al fianco. Ci si dà tutti appuntamento per il terzo tempo: una festa in cui giocatori e pubblico (anche quello femminile) si trovano a brindare alla partita fino a notte fonda.
Decimo: il rugbista è di norma fighissimo; è grande, grosso, simpatico e non se la tira.
E non dimentichiamo che… la percentuale di testosterone presente nel sangue di un rugbista è mediamente illegale.

Direi che ce n’è abbastanza anche per la più scettica di voi.
Ogni donna dovrebbe avere un fidanzato rugbista almeno una volta nella vita, giusto per avere un termine di paragone. Il rugbista è un vero uomo, di quelli grandi che quando ti abbracciano ti soffocano tra i bicipiti. E’ comodo dormirgli addosso e ti fa sentire protetta. E’ un gigante buono che ti obbliga a sentirti femmina.

Care amiche, dite basta a uomini intellettuali, fissati col look, intimoriti dalle donne, che hanno paura chissà di cosa e sono sempre pronti alla fuga. Basta, non se ne può più. Aderite anche voi al progetto ‘Le donne amano il rugby’: con un euro a testa, attiviamo un numero verde; poi andiamo tutte allo stadio e prepariamo uno striscione con scritto: ‘Rugbista single? Chiamaci!’: ogni telefonata sarà smistata sul telefono di una donna stanca di storie con uomini che sembrano ma non sono. Non è un’agenzia matrimoniale: è una missione sociale!

[da ‘La meta- Il settimanale italiano del rugby del 25.11.2008]

plutocrazie (1)

in attesa di iscrivermi a twitter, visto che ormai sono un’arterisclerotica dispersa nella rete e faccio microblogging per evitare di diventare inevitabilemente tediosa, inauguro anche questa rubrica dedicata alla mia ossessione di questo periodo:
la
plutocrazia.
se non sapete cos’è, sappiatelo.
io mi rifiuto di linkarvi a wikipedia.
…lo so lo so: sono pure stronza, oltre che arterisclerotica.
ma vi ho avvertito da mo’.



dunque, oggi inauguro lo spazio dedicandolo alla stampa gerontofila che, per merito di qualche ufficio stampa, si accanisce a ondate sui cosiddetti fenomeni del web.
che sono fenomeni per loro, che quando vedono un computer portatile chiedono se ne esistano senza coperchio.
che quando parlano di web dicono cose come :
‘si, ho visto il sito’
oppure i più avanzati:
‘guarda, io visito il mio profilo una volta ogni sei mesi e non so davvero cosa farci’.

…e ci credo!
in effetti, anch’io leggo un giornale intero una volta ogni sei mesi e ho alcune sgradevoli sensazioni:

. di leggere il pigro copia-incolla di alcune cartelle-stampa madri che, a un rapido raffronto tra le testate, saprei ricostruire intuitivamente [ grazie, inutilissimo esame di filologia in università cattolica! ]
. di non aver saputo nulla di nuovo né di interessante. [odio leggere qualcosa e rimanere indifferente!]
. di non saper bene cosa farmene: ormai mi sono abituata a una carta igienica molto più morbida.

consigli per gli acquisti natalizi (1)

recentemente, un amico mi ha definito …stimolante.
io mi sono immediatamente ribattezzata: personal mind vibrator.
così, in clima natalizio, inauguro l’angolo dei consigli per natale.
ecco il primo.
nell’epoca dei tradimenti digitali e dei flirt virtuali, niente di meglio di una cintura di castità come questa…


how to keep your virginity kit

qualche tempo fa, ho segnalato sul blog il kit per perdere la verginità.
grande successo della cosa, vendite alle stelle, io non becco un cazzo di niente (anche fuor di metafora) come al solito.
e allora stamattina, che mi giro storta, mi viene in mente che potrei fare il kit per tenersi stretta la verginità.
accetto compagni d’impresa.
di questi tempi e con l’aria di censura che tira (ogni scelta di termini non è casuale) credo sia già un successo preannunciato.




ecco cosa contiene il kit:
– il purity ring, da portare rigorosamente al posto della fede nuziale come fanno i Jonas Brothers (una boyband americana di ragazzini vergini cristiani. così dice l’ufficio stampa);
– il manuale con tutte le cose negative del sesso, dai piccoli problemi che può causare alle grandi menate della mattina dopo;
– le carte con tutti i mostri e le creature che si risvegliano se ti tocchi;
– il breviario con tutti i santi e gli angioletti che piangono se ti tocchi;
– la cintura di castità in puro acciaio inossidabile con una sola copia delle chiavi;
– per lei: un preservativo coi denti, che stacchi qualunque appendice cerchi di avvicinarsi al tuo interno coscia;
– per lui: una dentiera tipo dracula da applicarsi nelle mutande per scongiurare qualsiasi accenno di erezione;
– per chi ha un concetto molto molto molto circoscritto della purezza, una pomata antiherpes (questa è difficile da capire, ma chi ha frequentato i campi scout o le GMG lo sa bene);
– un gessetto per segnare sul muro i giorni in cui non fai sesso, con tanto di raccolta punti. che funziona così: tu compri il kit e ti iscrivi on line al concorso. dal giorno in cui inizi, ogni nnn tacche sul muro, guadagni un punto. ogni x punti, guadagni un grado. e per ogni grado, c’è un bel riconoscimento morale: morigerato, virtuoso, putto onorato, in odore di santità, morto vergine.

vodafone e esselunga stanno valutando se convertire i vari gradi in un bonus di punti banana o prugna che possono valere per l’acquisto di un telefono che telefona male ma vibra un sacco.

noccioline

è qualche giorno che voglio scrivere questo post, che mi gira in testa.
ma poi ero stanca con la testa, ho dromito poco, ho rivisto il video di un’intervista in cui sembro un troll vestito alle bancarelle degli abiti usati anni 80, oggi nevicava cattivo, mica quella bella neve soffice che ti fa venir voglia di natale ma quella bastarda che ti gela la punta delle dita e le ginocchia.
e poi ero inibita perché qualche giorno fa mi ha chiamato un amico che mi ha fatto un appunto: scrivi troppo triste e serio, ultimamente. torniamo a parlare di cazzi, please.
si, ha ragione.
oggi però non parlo di cazzi, non mi va, non vogliatemene.
il fatto è che martedì sono stata a vedere a teatro la messa in scena di un testo di Paravidino che mi incuriosiva assai. il titolo è PEANUTS e, per sapere esattamente cos’è e di cosa tratta, vi rimando al sito del suo autore nonché alla bella recensione su drammaturgia.it.
questo testo è interessante per due motivi.
il primo perché chi è stato a Genova certe cose non se le dimentica.
il secondo, più tecnico, perché il meccanismo comico straniante di schultz viene rielaborato prima associandolo a temi contemporanei sulla globalità e poi spostando il tutto in una dimensione surreale di violenza fisica e psicologica.
ma non è di questo che voglio parlare in questo post.
voglio parlare della plutocrazia.
da martedì che sono uscita da teatro che ci penso: era uno dei titoli delle vignette sul palco.
martedì mi è venuto in mente che non sapevo cosa voleva dire. nella mia beata ignoranza, ho pensato subito a Walt Disney, che mi ha rovinato l’infanzia. in effetti, Pluto è un personaggio piuttosto inutile, però c’è sempre; e io mi sono sempre domandata perché. allora ho avuto un’illuminazione: un topo non può essere il padrone di un cane. e pluto non può essere fiiscamente davvero più piccolo di topolino. allora, secondo me, topolino gli fa da prestanome e pluto lo ricatta in qualche modo. e la scena del cane e del padrone topo è solo una finta per coprire la cosa.

quando ho verificato il significato di plutocrazia, mi sono sentita una rapa. e allora mi serviva subito un capro espiatorio su cui rovesciare il mio nervoso e preservare la mia autostima.
ho pensato a chi mi ha rovinato più di Walt Disney.
MTV, ecco chi.
e mentre prendevo coscienza della cosa e mi arrabbiavo di conseguenza, mi appariva un nuovo meraviglioso programma che si chiama EXILE, o qualcosa del genere. in pratica, le figlie dei ricchissimi americani viziate che spendono minimo centocinquantamiladollari per la loro festa dei 16 anni [ref. My sweet sexteen] vengono spedite dai genitori a imparare a vivere in qualche posto del mondo dove regna la miseria. nella puntata di oggi, una biondina veniva mandata in india e, alla fine, era orgogliosa di aver cucinato alla famiglia che la ospitava e che moriva di fame il primo vero pasto americano.
ecco.
la plutocrazia è anche questo: ha a che fare con la stupidità di una ragazzina viziata che, sponsorizzata da MTV, indossa la maglia di topolino in un villaggio del nord dell’india e piange senza avere pena di se stessa.

post femminista

Ecco cosa succede: nelle nostre piazze si manifesta in queste settimane per il diritto allo studio come valore imprescindibile di una società moderna e democratica.

untouchable

A Kabul, da settimane, ragazze del liceo vengono sfregiate con l’acido da militanti islamici. La loro colpa non è così grave come si potrebbe pensare: portano il velo e rispettano la legge. Però vogliono studiare e questa, a quanto pare, è diventata la nuova trasgressione da punire, nelle donne. La più grave delle ultime ragazze sfregiate si chiama Shamsia, ha 17 anni e rischia di restare cieca perché l’acido l’è finito negli occhi. Nonostante questo, ha dichiarato, ancora sul letto d’ospedale: ‘Continuerò ad andare a scuola, anche se rischio che mi uccidano. Ecco il mio messaggio ai nostri nemici. Anche se lo rifaranno cento volte, io continuerò a studiare’.

pregnant

In questi giorni, l’elezione del primo presidente nero negli USA ha risollevato un vento di speranza che io spero di trasformi in un uragano transoceanico e che riesca a travolgere il mondo con dei cambiamenti reali. E se devo essere sincera, continuo a sperare perché, in effetti, avrei voluto che alla Casa Bianca salisse una donna. Parafrasando M.L.King, io ho un sogno: che le figlie di ogni donna, un giorno, vivranno in un mondo in cui non saranno considerate pregiudizialmente in quanto femmine, ma valutate per l’essenza della loro personalità e giudicate secondo un’etica umana davvero universale.