dal naso allo stomaco


è iniziato AmbientFestival a brescia.
stasera si inaugurava con gatto ciliegia al chiostro della chiesa del carmine, che è una chiesa meravigliosa e però è poco conosciuta e visitata perché sta nel centro della città di serie b.
brescia è la città emblema dell’effetto forbice. ci sono tanti immigrati e ci sono più macchinoni. ci sono quelli che stanno in piazza a farsi gli aperitivi e quelli che stanno in piazzetta a farsi di tutto. ci sono due centri, uno di cui vergognarsi e uno da affidare ai consulenti d’immagine che arrivano da fuori. c’è il centro per lo slow shopping e quello in cui è bene che acceleri il passo. anzi: è bene che non ci passi proprio.
stasera ha inaugurato questo festival che sta nella parte della città che si ama per un atto di fede, come si fa con le persone molto ammalate, da tempo, quasi rassegnate.
pioveva un po’, come fa da tanti giorni. qualche anno fa leggevo che saremmo andati sempre più verso un clima di tipo tropicale, con periodi piovosi e temperature in netto contrasto. mi sa che ci siamo.
cmq, nel chiostro pioveva. il chiostro è bianco e stavamo tutti sotto le arcate, a gelarci il culo sul marmo. e dal centro del chiostro s’è alzato un odore così forte di umido e così particolare che, come un pugno nello stomaco, mi ha riportato indietro.
gli odori sono potenti.

io stasera ero a sei, sette anni fa, a venezia. mi ero persa nelle calli la sera e mancava ancora tempo per il treno del rientro verso padova, dove studiavo. e in giro per i vicoli, sono capitata a una serata di tango, lungo il canal grande, con le coppie che volteggiavano a lume delle lanterne e dei ceri a terra.
ecco di cosa sapeva l’odore della pioggia, stasera.
sapeva di venezia e di anni fa, quando stavo a padova e via anelli veniva chiusa con un muro per dimenticare la miseria di quelli che ci vivevano.
le ultime elezioni hanno visto il trionfo del razzismo e dell’intolleranza dalle mie parti. stasera, lo stomaco sognava venezia e si stringeva di paura. ché forse, tornando a casa, domattina mi sveglierò e qualcuno deciderà di tirar su un muro per dimenticare la miseria di queste strade. o farà altri muri, per continuare a dividere e dimenticare che le realtà esistono e sono vita anch’esse, comunque, in qualche modo.