a volte ritorno!

eccomi.
quasi due settimane ho gironzolato, fingendo di conciliare il lavoro con la promozione del libro che, però, in realtà è stato più un conciliare il sonno, che quello invece non manca mai. ma io mi chiedo come fanno quelli che dormono cinque ore e stanno benissimo sempre e invece io mi incazzo a morte e sono brutta come l’orco se perdo anche solo mezzora delle mie meritatissime notti d’amore con morfeo.
e insomma, questo è stato il giro: vienna, poi cagliari, poi roma, poi forlì, poi modena, poi venezia, poi casa. tutto benissimo. a cagliari e a modena ho presentato il libro, come già si sa.

a cagliari è stato molto divertente perché pierfrancesco loche e alessandra [in arte lucy d. o anche pornosnob, come più vi piace] facevano finta di fare l’angelo e il diavolo. ma la libreria murru, che ci ha ospitato, era bellissima e piena di gente di tutti i tipi, che ridevano e facevano domande e insomma siamo andati via ben dopo l’orario di chiusura. è stata l’unica volta che la saracinesca non l’ha avuta vinta sui presenti!
molto bene anche a modena, dove gisy scerman e io siamo state presentate da roberto baldazzini, fumettista erotico dall’aria assai bonaria e innocua. anche se si sa che il diavolo si concia sempre da ingenuotto e innocuo assai.
e allora così alla fine sono tornata e pensavo di scrivere un sacco di cose su questo viaggio. invece ne scrivo solo una.


a cagliari ho conosciuto una ragazza assai sfiziosa che di nome fa valentina. cagliari è una città fatta a modo suo, nel senso che c’ha delle mode che ci sono solo lì e che però, in quel posto, le seguono tutti. il 2008 è l’anno della noia. tutti si annoiano e lo dicono e dicono che sarebbe più fiko vivere a milano ma che tanto a milano poi ci si annoia uguale. e infatti io ho conosciuto un gruppo di tizi che mi hanno detto "ma dunque vieni da milano? ma che si fa a milano? in fondo, c’è mica tanto da fare. dai dillo che ci si annoia anche lì". e io non sapevo davvero dove partire a ribattere perché era tutto così una mega stronzata che metteva tristezza.
e questa valentina, insomma, lei fa l’avvocato e sta in un paese. e per il cagliaritano questo vuol dire ancora più noia. tanto che valentina un po’ ci crede e dice che forse non è contenta della sua vita e magari vuole spostarsi. allora io le dico: "vieni a trovarmi. così vedi che anche dalle altre parti, in fondo, non si vive né meglio né peggio. non dipende dal posto. è solo che il posto è diverso".
e allora valentina mi guarda e dice: "si, lo so. solo che l’ho dimenticato. allora ho bisogno di spostarmi per ricordarlo bene".
ecco. questa cosa del perdere le certezze e di spostarsi per ritrovarle mi è rimasta addosso per tutto il viaggio e mi è pesata un po’ come lo zaino che è lievitato da 8,3 kg della partenza a 13,2 kg dell’ultimo volo preso. e forse dopo era anche di più.
pensavo che quando sono arrivata la prima volta a lisbona ho sentito a pelle che era la mia città e che lì io, per come ero, sarei stata più felice. e invece sono anni che non ho più questa sensazione. così mi chiedo se è perché sono già come meglio potrei o se, più razionalmente, certe cose non mi emozionano più.

oggi è uscito anche un bell’articolo di Laura Gorini per CityVox che qui vi posto.
bentornati. mi sono mancati i miei amici virtuali…