ho scoperto due cose nuove.
tutte e due su di me.
questo non mi fa molto onore: vivo con me stessa tutti i giorni, tutti i momenti. il che significa che non mi posso accorgere dei cambiamenti così come non mi accorgo del fatto che i capelli mi crescono, le unghie sui allungano, la pelle si smolla e i piedi si palmano. e anzi il fatto che mi accorga di due cose nuove denota solo che mi sto un po’ rincoglionendo.
anche questo, in fondo, è un cambiamento.
la prima cosa di cui mi accorgo è che mi piace il rock. non il rock rock, quello a volume alto. no. mi piace il rock come musica di accompagnamento.
ecco: ogni volta che leggo un bel brano di prosa, o una poesia, la prima musica che mi viene da associarci è il rock, come sottofondo di atmosfera. il rock è per me l’equivalente di un quartetto d’archi per le feste dei saloni che frequentava il principe miskin, grande e intenso amore letterario della mia gioventù secchiona.
il fatto che il rock sia per me un sottofondo ottimale e non una musica che spacca non farà certo piacere al rock stesso che, forse, quando pubblicherò questo post mi diffiderà e mi risponderà con un commento cattivo e appassionato per dirmi che lui non è innocuo e non fa da sottofondo. no, lui spacca! e io sono una cattiva ragazza perché gli do della musica di accompagnamento.
la seconda cosa che scopro sempre più eclatante su di me è che sono una talebana del risparmio energetico. faccio la raccolta differenziata, non ho stand-by nel mio appartamento, controllo tutto con multiprese a interruttore, lavo i piatti (quando proprio devo perché non ci stanno in lavastoviglie) con acqua a filo, apro poco il frigorifero e lo tengo basso, non ho condizionatori e cerco di regolarmi con la gestione delle finestre in casa, tiro l’acqua del water ogni 2/3 pipì e uso il gettp più piccolo, preferisco imballi poco ingombranti, uso gli elettrodomestici preferibilmente dalle 19 alle 8, uso batterie ricaricabili, ho lampadine a basso consumo, uso la pentola a pressione quando posso, ottimizzo i riscaldamenti nelle stanze, ho elettrodomestici in classe A+, vado in giro il più possibile a piedi o in bicicletta. mi domando anche spesso perché in giro per brescia non ci sono più i raccoglitori della plastica, quelli per le pile e quelli per i medicinali scaduti.
quelli della plastica lo so: bruciano da dio nell’inceneritore. cosa che, per esempio, non succede con i pannolini dei bambini che invece sono radioattivi e devono rimanere in una zona a parte per qualche giorno. le piccole creaturine che prendono antibiotici e poi li cagano fuori riescono a produrre da pappa e medicine un mix simile all’atomica. la vera pietra filosofale contemporanea, dunque, pare che siano i neonati che non trasformano il piombo in oro, ma trasformano l’omogeneizzato e le pillole in armi di distruzione di massa.
…un neonato ci distruggerà…
il mio essere talebana mi fa molto onore. mi pare anche di contribuire attivamente a combattere la malattia del nostro tempo: il cancro. che in questa città aumenta a dismisura. forse è rapidità della diagnosi. forse le cause sono ambientali. non lo so, non è il mio lavoro.
ma che io sia talebana o meno del risparmio energetico, ai miei fornitori non gli cambia un cazzo perché le mie bollette non sono mica diminuite tanto.
quella cosa che ti dicono che risparmi non è vero. io lo faccio lo stesso perché mi sembra la cosa migliore e non mi pesa. però mi piacerebbe che qualcuno lo riconoscesse. tipo, che so: abbassarmi la tassa de rifiuti, abbonarmi un mese di riscaldamento, regalarmi punti vodafone, darmi in omaggio un piccolo inceneritore in miniatura, magari che segna il tempo, da tenere vicino alla sveglia che si ricarica con energia solare.