ieri che era la vigilia, la mia vicina di casa l’ho incontrata sul pianerottolo con un’espressione allucinata.
mi comunica che suo cognato ha avuto un infarto e, con fare palesemente insofferente, conclude: proprio sotto natale, insomma.
io la guardo come si guarda un vampiro e non dico niente. abbozzo un saluto e mi allontano il prima possibile, prima di esplodere. sotto natale sono insofferente peggio di chiunque, altro che più buona.
innanzitutto, odio gli auguri generalizzati e il buonismo patetico verso chiunque. soprattutto se basta una frase per smascherarlo.
e mi vergogno che non esista un connettore modificabile tra la testa e la bocca, così non dovrei più sentire frasi come ‘proprio sotto natale’.
penso che ognuno abbia almeno il diritto di decidere quando morire fregandosene altamente del calendario delle festività.
penso anche che se non ti dispiace che qualcuno muoia (visto che reputi il lutto meno importante del cenone) potresti evitare di commentare del tutto. stare in silenzio e sembrare indiferenti è meglio che aprire bocca e rivelarsi stronzi.
comunque, mi è tornata alla mente una vignetta di Gipi di qualche settimana fa su Internazionale, dove lui parla con Cristo e gli racconta che i cristiani, da decenni, effettuano una customizzazzione delle sacre scritture per adattarle al proprio stile di vita. e mi viene in mente che sarebbe molto comodo customizzare anche le festività.
voglio dire: oggi è una giornata di merda per tutta una serie di motivi e allora, magari, se posso e nessuno si scoccia, vorrei rimandare il natale.
o anche, mettiamo che sia il 15 di luglio e io mi sento in vena di regali e stasera ho voglia di cucinare. perché non fare un bel veglione con alla fine il pandoro e la crema di mascarpone?
ecco.
customizzazione delle festività: ecco una missione di vita per il mio futuro.
e mentre ci penso, realizzo che c’è solo una persona con cui potrei condividere questa cosa.
N.M.
e però NM si è suicidato proprio ieri da facebook, dopo essersi già suicidato qualche settimana fa da myspace. mi manca, nella virtualità, perché era ironico e cattivo più di me e mi istigava a tirar fuori la grinta polemica.
un giorno di questi, gli ho chiesto nella vita reale perché si suicidasse così spesso nella virtualità. ora come ora, così dipendente dalla virtualità come sono, io non riuscirei a uccidere un mio avatar. mi sembrerebbe di farmi un torto. lui, invece, lo fa con convinzione e senza ripensamenti. e non è nemmeno di quelli che cambiano le identità virtuali per crearsene di nuove, tutte bugie impilate una sull’altra. e non gestisce nemmeno profili fake o colossali goliardate.
no, ha una virtualità sincera e corretta.
e poi, ogni tanto, si suicida.
gli chiedo perché. e lui mi risponde: mi ero annoiato.
touché.
e però NM mi mancherà e anche un po’ (ma non diteglielo) mi sta sulle palle perché mi costringe di nuovo a riportare il nostro confronto solo sul piano della realtà. e io me la cavo molto meglio con le parole scritte che con quelle che si dicono al momento. faccio meno fatica e, se scrivo una cazzata, posso sempre cancellarla. uffa.