ruttolinda si fa domande

inizio con lo scusarmi se ho tralasciato un po’ il blog, in queste settimane.
mi avete scritto in tanti, grazie, è stata una manifestazione d’affetto che ho apprezzato assai.
ma la verità è che nella vita ci sono molti momenti. io sono per il bipolarismo e per l’attenzione selettiva: non si possono fare più cose contemporaneamente con lo stesso impegno. nel mio caso, o vivo o scrivo.

ecco che succede in queste settimane.
c’è sempre il momento in cui certe domande è necessario farsele.
meglio: per chi vive con ingenuità e ignora che ogni momento si fanno delle scelte e che ogni scelta è l’inizio di una strada a senso unico, ogni istante è spensierato, il rimpianto è un valido compagno di viaggio e le giustificazioni fantasiose e salvifiche non si contano mai abbastanza.
ma se la vita l’affronti come si fa con i play-books, sai che tutto dipende esclusivamente da te. dunque, niente scuse, niente giustificazioni, niente rimpianti.
un po’ di sana analisi di coscienza, insomma, che non guasta mai ma scarseggia parecchio.



allora, sabato è stato il momento di una domanda grossa grossa, che mi girava nello stomaco da un po’. e come i rutti in fase di definizione, anche gli smottamenti nello stomaco non hanno forma fincheé non diventano o un boato alitoso o una domanda ben delineata.
sabato mi sono addormentata con lo stomaco che sobbolliva.

dodici ore ho dormito, e ancora non mi bastava.
il corpo esausto, la mente in bomba, il piede tatuato di fresco che pulsava e rimaneva indeciso se rintanarsi al caldo del piumone o uscire a cercare sollievo nel fresco della notte.

dodici ore ho dormito perché avevo bisogno di rimanere incosciente.
ogni tanto mi capita di aver voglia di infilarmi un cacciavite nell’orecchio, per cercare se da qualche parte, nel cervello, esiste un interruttore che mi faccia spegnere i pensieri. ma poi non so mai quale emisfero scegliere e allora mi arrendo e mi accontento di dormire. 

dodici ore nell’incoscienza, per fermare ogni attività e permettere allo stomaco di ruttare la domanda giusta.
la mattina nevicava e io avevo uno stage di danza, l’ultima giornata in teatro a muovere il corpo improvvisando senza musica. non mi sono mai chiesta come si fa a ballare senza musica. me l’ha chiesto una persona, anni fa. ma non era un buona domanda perché già avevo la risposta: si fa e basta.
non è la musica che ti fa ballare: è il corpo cosciente della sua qualità di movimento.
e questo lo so.

la mattina non volevo alzarmi, ma gli organi interni non si mettono in moto senza un’iniziativa della volontà cosciente. tutte le discipline orientali consigliano sotto le coperte la posizione del gatto per attivare le funzioni vitali con un segnale inequivocabile: una sonora scoreggia.
e ricordo una storia che la mia mamma mi raccontava, sulla lotta per il comando degli organi del corpo, in cui uno alla volta sciopera per dimostrare la sua necessità. e alla fine, quando sciopera il buco del culo tutti si arredono: è lui che comanda.
ma la mia domanda non è una scoreggia, è un rutto che arriva dallo stomaco e ancora non si muove.



così mi alzo, medico il piede tatuato, infilo la tuta a strati e salgo in auto sotto la neve. in retro, percorro il vicolo e mi fermo davanti al caffè dove si incontrano gli abitanti della città vecchia, qualcuno vecchio nel corpo, qualcuno nella testa. riconosco le puttane e i transessuali che battono sotto casa. sono quelli che mi tengono d’occhio l’auto quando la lascio in divieto, che comprano le medicine alle signore anziane che vivono da sole, che ti raccontano i movimenti degli spacciatori e le vie che è meglio evitare, che fanno la vita sana di queste strade.
è domenica, penso, faranno colazione dopo la serata di lavoro.
e mentre finisco la manovra, si avvicinano le mie due pereferite, perché ormai siamo in confidenza e ci salutiamo sempre e loro leggono le mie rubriche e le commentano e mi chiedono se sono vere…

< si, certo, perché dovrei scrivere di qualcosa che non è vita? che senso avrebbe? a chi interesserebbe? e, in ultimo, cosa c’è di più bizzarro della vita che vive in modi imprevedibili eppure, semplicemente, va avanti? >

… che commentano sempre in modo arguto perché loro la vita hanno imparato ad afferrarla dritta dritta per le palle…

< si fa così, cara mia. decidi e vai dritta a testa alta. e a chi ha qualcosa da dire, un calcio diretto nei coglioni, ché il rispetto a una signora non lo si nega mai>

… che mi danno consigli sull’abbigliamento e approvano i miei fidanzati e si informano se mi trattano come si conviene a una donna…

< si, ho uomini che mi amano. e mi domando come mai. ma anche questa la so: l’amore non ha a che fare con il merito>


mi fermano le mie puttane di fiducia e mi dicono che mi hanno visto in TV. vogliono che mi fermi con le amiche e allora parcheggio in divieto e bevo un caffè al banco, perché ho fretta e non ho ancora fatto il mio rutto liberatorio. mi raccontano veloci del sabato sera e poi mi dicono cose come ‘teh, ma Costanzo com’è dal vivo?’ o ‘ma la Mosetti s’è rifatta, neh?’ e ancora ‘ma Papi…che simpatico che è. vero che è simpatico, vero?’.
io non so rispondere, naturalmente.
anche questa la so: la televisione sembra un mondo e invece è irreale, non esiste. chi la popola sono personaggi che non sono più veri e meno drammatici di quelli pirandelliani, come loro perennemente in cerca di autori che gli mettano in bocca parole e gli facciano fare azioni.
e so anche un’altra cosa: non mi interessa. le persone mi piacciono sempre più dei personaggi e la tv è uno spazio così stretto che ci si respira a fatica.
e poi la mia trans siliconata di 52 anni mi dice con voce baritonale:
‘certo che sei bella sciolta, eh?!’

…puff. rido. di gusto. per la prima volta dopo giorni. il caffé mi sale su per il naso e mi torna una gran voglia di uscire, di scrivere, di vedere gli amici. lo stomaco si ferma e dimentico la domanda in sospeso.
è bastato un momento di leggerezza e tutto è andato a posto.

alle volte, c’è una domanda che non bisogna farsi, perché se no poi le cose diventano davvero troppo complicate.
e mica ne vale sempre la pena, neh?!