è uscito il film di Sex & The City.
impossibile non saperlo.
ne ha parlato tutto il mondo, quasi tutto in bene. chi non ne ha parlato, ha fatto finta che il fenomeno, percepito complessivamente come un innocuo filmetto per fashion victims un po’ stagionate e/o devote della famosa serie tv.
l’operazione, per chi è maliziosa come me, si rivela in realtà di tutt’altro genere. dunque, certo: via libera alla serata con le amiche, rigorosamente in quattro, per farsi due risate e sbirciare le lussuose sponsorizzazioni invadenti e fin troppo evidenti del mondo della moda, del pret-à-porter, della tecnologia figacciona.
ma poi è bene farsi un’analisi di coscienza e spalancare gli occhi su quello che questo film, in perfetta linea degenerativa con la serie tv, racconta in realtà.
quando parte, nel 1998, Sex & The City è la finta trasposizione di un libro di Candace Bushnell, in cui si raccontano le squallide nottate di sballo e sesso facile a new york, di donne a caccia di affaristi individualisti ed economisti egoisti. il panorama nel libro è di quanto più deprimente e squallido si possa immaginare: la doppia faccia del sogno americano, delle ragazze che arrivano a new york con un sogno e finiscono a gambe aperte in qualche salotto raffinato e assolutamente disinteressato a loro come individui.
nel telefilm, ovviamente, tutto è edulcorato. le protagoniste sono vere e proprie bad-girls però simpatiche, già realizzate, un po’ spavalde, un po’ volgarotte, molto esibizioniste e molto disinibite (almeno nella parlantina) e soprattutto… con un gran look! portabandiera della ranch culture, sex and the city ha sdoganato le rovina-famiglie, ha messo il pubblico femminile dalla loro parte, ha affermato che essere single è bello soprattutto perché ti vesti ti atteggi come ti pare, senza renderne conto a nessuno!
ma nel corso della serie abbiamo imparato molto cose:
1. esiste un grande amore per cui vale la pena di annullarsi. e non importa che il destinatario di questo grande amore sia un individuo spregievole, incapace di comunicare i suoi sentimenti, incapace di affrontare con serietà gli impegni, incapace di offrire sicurezza emotiva, incapace di fare qualunque cosa ad eccezione di essere egoista e di fare montagne di soldi. se è destino, vale la pena di aspettare dieci anni per sposarsi.
2. se non ti sposi o non hai figli, sei una donna incompleta. anche quelle che ti raccontano di voler rimanere sé stesse e di realizzarsi nella carriera, in realtà, aspettano solo il grande amore che gli darà l’opportunità di potersi licenziare e realizzarsi finalmente come casalinghe in un bellissimo appartamento.
3. se sei coerente con quello che dici, ovvero che ti piace la tua promiscuità e libertà sessuale e collezioni anticoncezionali insieme a partner occasionali e situazioni di sesso variegate, probabilmente ti verrà il cancro.
4. con gli uomini non si può parlare, eccezion fatta per le maialate nel letto e i rimproveri.
5. la differenza tra le puttane sboccacciate e le donne emancipate la fanno gli accessori.
6. il mondo si divide tra fashion e sfigati.
7. l’unica occupazione seria di una donna è lo shopping. questo, possibilmente, dopo aver "cacciato" e "catturato" la preda facoltosa che permetta l’acquisto incondizionato di vestiti e accessori assolutamente inutili e dai costi esorbitanti.
il mio personaggio preferito è sempre stato quello di samantha. mi sta simpatica per lo stesso motivo per cui mi piace fabri fibra: è sinceramente volgare e sempre fuori luogo. samantha è la più vecchia tra le amiche di S&TC e anche la più promiscua. ama come un uomo, si dice. e poi ogni tanto si innamora.
il fatto di essere così disponibile ha direttamente a che fare con il suo lavoro: è una PR e dunque deve per forza ampliare il più possibile le sue relazioni.
e la sua storia, nel film, è emblematica.
quando inizia il film, samantha ha una relazione stabile – contro ogni previsione delle amiche. però il suo istinto di casanova in gonnella la spinge al tradimento. moralmente non vorrebbe. ma l’istinto è istinto.
per un po’, sublima il desiderio e la frustrazione con il cibo. ma quando le amiche le dicono che è ingrassata… è troppo! non si può andare oltre la taglia 38. quello è il limite vero della decenza. e allora, l’unica soluzione possibile, è tornare single.
samantha affronta la questione con il suo compagno. il dialogo è più o meno così:
Samantha – Non posso pensare solo a te. Amo di più me stessa.
Smith – Si, certo. Però per tre anni ero io che pensavo solo a te ed eri tu al centro del rapporto.
Samantha – Si, ma ora voglio tradirti e allora mangio. Ma siccome sono ingrassata (me l’hanno fatto notare tutti a NY!) ti lascio.
Smith – Capisco. Vai pure. Ti amerò per sempre.
Dopo di che, Samantha torna a NY e festeggia i 50 anni insieme alle amiche e di nuovo nella sua amata taglia 38.
ed ecco il punto cruciale del messaggio di S&TC: punta tutto sul corpo, in maniera esasperata e disperata. solo questo ti aiuterà a ottenere tutto quello che vuoi!
l’uscita del film in contemporanea con il film delle Bratz non è un caso: tutte le donne del mondo, di qualunque età, si possono così riconoscere in questo messaggio universale di puro culto della bellezza fisica e di votazione sacrificale alla perfezione del corpo.
…per favore, anche se vi divertite, non sottovalutate tutto questo.
odiatelo invece dal profondo del vostro essere individui, prima che femmine.