Senza profitto ne avremmo approfittato

XIII giornata della Colletta Alimentare.
Ieri, 28 Novembre 2009.



Dovevo fare la spesa e così ho aspettato che fosse il sabato giusto.
Supermercato vicino casa.
All’ingresso un gruppo di ragazze sorridenti, età media 14 anni, distribuisce i volantini coi prodotti utili per chi ne ha bisogno. Si comprano:
– Olio

– Omogeneizzati e altri prodotti per l’infanzia
– Tonno e carne in scatola
– Pelati e legumi in scatola
Tra gli scaffali mi ferma una coppia di signore eleganti: «Scusi, lei sa dove sono il tonno e i fagioli in scatola?». Terza corsia, dopo la parete dei sottaceti.
Poi mi ferma un ragazzo senegalese: «Ma tu sai dove sono gli omogeneizzati?».
In fondo, c’è uno scaffale dedicato. Mi sente e lo segue a ruota una coppia giovane.
Finisco anch’io la mia spesa perché far beneficenza con cose pratiche come il cibo mi sembra in effetti uno dei modi migliori.
Penso al buonumore sprigionato nei televisori dove i pacchi o le buste o i sacchetti o qualsiasi altra cosa contiene migliaia di euro. E penso a unmilionetrecentomila famiglie che nei pacchi, nelle buste, nei sacchetti o qualsiasi altro contenitore spera di trovare da mangiare per almeno un altro paio di giorni. Ho scritto unmilionetrecentomila sapendo che la realtà (non confermata dalle statistiche) ha superato i tremilioni. E aumenterà.

Però ieri, metre giravo per il supermercato, un po’ di domande me le sono poste.
Se durante la giornata della colletta alimentare, il latte in polvere non fosse costato i soliti trentaepassa euro al kilo, quanto in più sarebbe stato acquistato?
Se gli omogeneizzati (1 per pasto, considerando un minimo di 4 pasti al giorno dal 6°mese di vita fino all’anno compiuto, ossia 7-8 mesi, ovvero 210-240 giorni e dunque 840-960 pasti da fare per ciascun bambino) non fossero costati i soliti 60 centesimi a confezione, quanti in più ne avremmo acquistati per chi ne ha bisogno davvero?
Se, oltre alle persone che ‘fanno la spesa anche per chi non può permetterselo’ anche i marchi della grande distribuzione e i supermercati, per un giorno, avessero rinunciato al loro rientro…

Mentre ieri facevo una piccola cosa per qualcuno che non conosco ma a cui tengo come essere umano, consideravo banalmente che quella di ieri è stata una festa per la grande distribuzione, marchi e punti vendita.
Comunque la si voglia mettere, il profitto non ha senso etico.
Per fortuna, anche se ci sono sindaci immorali, una classe politica indifferente e media compiacenti, le persone tengono ancora alle vite di altri sconosciuti, chiunque essi siano.