ricorderemo l’estate 2015 per il caldo insopportabile e l’assenza di notizie di cui parlare. un vuoto che ci costringe a subire la pubblica esibizione di redazioni guardone e curiose, che invece di sbattere il mostro in prima pagina (essendo evidentemente a corto di mostri) ci piazzano le coppie che fanno sesso all’aperto.
considerando che anche ieri notte qui facevano quasi 32 gradi, direi che fanno bene.
comunque.
nell’estate 2012 pubblicavo su Grazia questo pezzo.
se vi piace il sesso en plein air, magari qualche consiglio utile lo trovate.
io, nel frattempo, negli ultimi tre anni ho cambiato idea e ne ho riscoperto i molti pregi (compreso l’essere sorpresi). e perché lo sappiate: è possibile che in questo momento stiate passando per un angolo della città in cui ho fatto del sesso all’aperto!

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Se amate la camporella, fatela naturale al 100%

L’ultima volta che ci sono andata io, la camporella era un posto aperto, con ampi spazi e una vegetazione che servisse sia a creare un’atmosfera bucolica sia a proteggere da sguardi indiscreti. Però mi devo essere persa qualcosa di importante perché in questi giorni leggo articoli da tutto il mondo in cui la camporella è protagonista, ma in posti davvero poco… naturali. A detta dei giornali, le location più gettonate sono due. Al primo posto, vicoli e parcheggi di New York, disseminati lungo le arterie principali, in cui le coppie sostano in auto a tutte le ore del giorno per una breve (ma intensa) pausa di piacere. Il secondo posto, invece, se lo aggiudica Venezia, dove non è raro imbattersi in qualche fugace amplesso consumato tra calli e campielli, tra campi e ponti, lungo canali o rii. Forse sono io fuori moda, ma per chiamarla camporella non ci vorrebbe almeno un po’ di erba intorno? Eppure, gli abitanti di Midtown e quelli di Venezia e Mestre sono in agitazione da settimane: coppie senza inibizioni, di ogni età e provenienza, non vedono l’ora di consumare un avventuroso amplesso nell’androne di un palazzo il cui portoncino è stato lasciato accostato o sul sedile anteriore dell’automobile incuranti degli eventuali spettatori. L’avrete capito: non sono una fan degli incontri en plein air. In questo sì, sono una all’antica: mi piace la comodità e non sopporto gli insetti. Uniteci il fatto che il rischio di essere sorpresi è per me un insormontabile ostacolo al piacere e il risultato è presto raggiunto: per me il sesso all’aperto è solo fonte di stress. Se proprio devo rassegnarmi ad avere resti di terra e fili d’erba in posti dove le altre non hanno nemmeno i posti, almeno che sia un prato recintato, un cortile protetto o, perché no, una bella terrazza piena di vegetazione e con un comodo lettino a due piazze. Conosco molte persone amanti della camporella; e qualche fidanzato, con la scusa del panorama, ce l’ha fatta a trascinarmi di notte su una spiaggia, su un prato o su qualche spianata deserta. Se anche voi siete delle fan del sesso improvvisato negli spazi aperti, ecco qualche suggerimento utile. 1- Siate pronti: un plaid morbido (e spesso) da tenere in auto può tornare utile. 2- Siate puliti: quando avete finito, raccogliete ogni traccia. 3- Siate discreti: c’è una bella differenza tra il sesso all’aperto e il sesso in pubblico. Se volete degli spettatori, assicuratevi che siano d’accordo; o potreste avere brutte sorprese. 4- Se amate davvero la natura, allora cercate di essere naturali anche nel sesso al 100%. In commercio trovate diverse marche e modelli di preservativi e lubrificanti eco-compatibili. Ma le ultime novità sono due. La prima si chiama Zig e Zag e si tratta di una coppia di vibratori di design prodotti dal marchio UltraZone, completamente ecologici e in un pack realizzato con carta ecologica. Li trovate anche su Amazon.com al costo di 130€ cad. L’altra è la proposta di CaLex, marchio specializzato in componenti elettroniche, che propone Solar Bullet: un’intera linea di sex toys ricaricabili a energia solare grazie a un mini-pannello delle dimensioni di un i-phone.

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