non so voi, ma io non ne posso più di alitalia. e chissenefrega, scusate tanto. ci sono un sacco di aziende che chiudono e falliscono e altre che vanno benissimo eppure lasciano a casa persone già in difficoltà nella più totale indifferenza.
e non ne posso più io, ascoltatrice di radio24, di sentire dipendenti e pensionati alitalia che parlano del loro lavoro come se fosseri i medici senza frontiere.
basta. che palle.
non voglio pagare i debiti di una compagnia fallimentare. anzi: pretendo che i registri finiscano in tribunale e che saltino fuori le responsabilità penali. eccheccazzo.
scusate lo sfogo.
il titolo del post si riferisce davvero a un po’ di qultura con la Q come qualità.
sabato scorso, per OrienteOccidente, il festival di danza contemporanea e relative contaminazioni che si tiene ogni anno a Rovereto, ho assistito alla produzione di Vandekeybus insieme alla compagnia Ultima Vez.
SPIEGEL è uno spettacolo incredibile, che raccoglie oltre ventanni di lavoro di un coreografo che è prima di tutto un artista onnivoro.
sul palcoscenico, vuoto, con un fondale rosso, entra lui, come un cavallo ibizzarrito. e lo è davvero, quando crea: sospende i suoi danzatori tra il sogno e il delirio, combinandoli in oltre 90 minuti di sforzi fisici all’estremo. donne e uomini lottano, si inseguono, saltano, creano il ritmo della loro danza o si fondono con le musiche di David Byrne, Marc Ribot, Thierry De Mey, un tappeto sonoro da sentire nelle viscere.
vedere oggi uno spettacolo di danza contemporanea, significa assistere al’ultima vera manifestazione di arte generosa.
un danzatore non ha altro mezzo di espressione se non il proprio corpo. è dunque completamente esposto nella sua fisicità e vero, poiché ogni volta danza con un’energia diversa, nuova.
dalla danza contemporanea, che è nata per contrastare le regole e l’ingessatura della classica e per esprimere molto più che i tormenti del melodramma, attingono a piene mani tutti i linguaggi mediatici che conosciamo: il cinema, la pubblicità, l’estetica della comunicazione.
la fisicità della danza e la necessità di conoscere per apprendere dei ballerini, sono ancora il tramite attraverso cui le culture si confrontano e si mescolano.
Vandekeybus ha un’energia che è fiamminga e una passione che è mediterranea.
le sue macchine sceniche sono prove di forza, lotte instancabili; coreografie di contact.dance così coinvolgenti ed estreme che riescono a restituire perfettamente l’attrazione e la forza che sempre ha il contatto con l’altro, anche nella vita.
e vedere la danza contemporanea fa bene anche per ricordarci che abbiamo un corpo, perfetto nella sua fisicità, forte quando viene utilizzato, bello se è un corpo vero, fisico, che si muove nel mondo con una dignità che è solo sua.