I segreti della cacca

ci risiamo.
è tornata la moda di farsi infilare un tubo nel culo per vedere quanta merda ci siamo tenuti dentro. il nome tecnico è pulizia del colon o idro-colon-terapia. ma la verità è quella: c’è uno che ha sprecato anni a studiare medicina per poi ritrovarsi a sturare buchi di culo a sconosciuti che non hanno mai nemmeno letto La giuliva siringa di Piero Lorenzoni (Milano, 1969).
Habemus clysterium solitarium: questo l’inno di uomini e donne del XVII secolo, che ben sapevano che il clistere è un piacere che va consumato in religiosa solitudine o in complice compagnia.
ma la spedalizzazione ci attanaglia, almeno quanto l’ossessione della connettività costante.
mai come ora, due cose ci riempiono l’animo di meraviglia: quella cosa che sempre è tutta intorno a te e la materia umorale dentro di te. meglio è che Kant non possa più dire la sua in merito.

dopo ciò che è tutto intorno a noi, siamo ossessionati da ciò che abbiamo dentro di noi. ma molto dentro, là dove sarebbe bene non andare a ficcare il naso per ovvie e sensate ragioni. e invece ci si va, con la testa pesante e il portafogli un bel po’ più leggero.
perché andare a rimestare nella merda ci è familiare, rassicurante.
se poi a farlo è un medico, c’è anche una spiegazione scientifica.
in fondo, ogni mamma conosce benissimo l’impegno e la dedizione nel tener conto e analizzare con perizia archeologica le defecazioni delle proprie creature e offrirne report dettagliati e possibilmente corredati di reperti freschi al medico di fiducia.
e che anziano sarebbe quello che non passa la giornata a narrare il suo difficile quanto miracoloso rapporto col wc?
l’amore per la cacca dà sempre i suoi frutti.
ma diventa preoccupante quando questa pratica, di per sé assolutamente necessaria alla vita, si tramuta in qualcos’altro. ad esempio, nell’ossessione della purificazione, che dev’essere esterna come interna, nell’inutile e fallimentare tentativo di eliminare dal proprio corpo ogni traccia di umanità, ivi compresi i naturali effluvi del tenero intestino.
e il pericolo è lì, dietro l’angolo della clinica linda e pinta, tutta profumata di cloruro di follia.
è quella in cui ti sdrai e ti rilassi e uno con l’appeal di un medico open mind ti legge la cacca, raccontandoti che soffri di sindrome di abbandono, di turbe affettive, di un negativo rapporto con la tua prozia morta prima di rivelarti i suoi numeri al lotto, di disturbi dell’ego che ti fanno sentire superiore al tuo capo, di una sessualità che ti frustra perché non hai mai esplorato i meravigliosi sentieri dell’analità. e te li legge così, con leggerezza, tutti questi segreti. te li legge nella cacca, svelandoli al mondo, portandoli alla luce, come un archeologo che riporti alla luce lo scheletro dell’amante a fianco di quello della regina.
c’è un motivo per il quale la cacca rimane nascosta al mondo. e c’è un motivo per cui questo mistero insondabile non debba essere violato con dei sondini. attenti a voi, sciagurati! fatti non foste a guardar dentro i tubi, ma per usar clisteri e un po’ di decenza.