google ci rende stupidi è il titolo di un bell’articolo apparso su Internazionale di luglio 2008. mi è tornato alla mente stamattina quando ho aperto la mail e ci ho trovato l’ennesima mail neofascista sottoforma di parabola su quanto sia giusto e caritatevole odiare gli immigrati parassiti.
ora: non ho voglia di litigare.
però ho ricordato a questo amico virtuale che la propaganda fascista è ancora un reato in questo paese. e, come tale, passibile di denuncia alle autorità.
siccome lui mi ha risposto dicendosi in buona fede, l’ho invitato ad assumersi la responsabilità di quello che scrive, anche se lo inoltra. e questo semplice gesto dell’inoltrare, mi ha fatto ricordare quell’articolo che parla del fatto che, immersi in un flusso vorticoso di informazioni, spesso le prendiamo senza avere il tempo (e la voglia) di rielaborarle.
oltre a questo, sono davvero stanca, per non dire scoglionata dell’ignoranza come atteggiamento mentale. perché l’ignoranza altro non è che questo: gli occhi che guardano sempre nella stessa direzione; le nozioni che escono come quaquaraquà di una paperetta.
siamo immersi in una realtà in cui è molto facile manipolare l’opinione dei più. in qualche modo google ci rende davvero stupidi.
ovvero: ci educa a ricevere informazioni e a farle nostre senza avere il tempo di rielaborarle.
è in atto una subdola ri-educazione delle menti per spostare l’attenzione dai veri problemi di questo paese e buttarli su un’entità assolutamente impersonale, detta l’illegale o il clandestino.
nelle favole dei bambini è l’uomo nero.
nell’europa buia della controriforma erano le streghe.
è una tecnica di controllo sociale vecchia come il mondo: quando chi governa perde controllo, fa sì che la gente si ammazzi a vicenda.
stendhal scriveva che le guerre dovrebbero essere combattute così: i capi di stato dentro lo stadio a fronteggiarsi e il popolo sugli spalti a fare il tifo. invece, succede il contrario, sempre.
i veri problemi di questo paese sono:
– il debito troppo alto, che pesa su una parte della classe media
– una casta di politici corrotti e immersi in privilegi immeritati
– un clero invadente mantenuto dallo stato
– i molti stati nello stato: mafiosi, camorristici, le logge
– conflitti di interessi estesi in maniera capillare a tutte le caste (informazione, magistratura, garanti, banche)
– nicchie di priilegiati e corporazioni di cartello (banche, assicurazioni, PA)
e ancora molti altri problemi.
onestamente, un immigrato che guadagna 500 € al mese (se è fortunato) sfruttato per 14 ore mi fa meno paura delle persone rispettabili che lo sfruttano.
una società consumista produce rifiuti di ogni genere; anche rifiuti umani. esistono persone che sono considerate non persone. in italia, questa etichetta la si appiccica ai clandestini, agli immigrati, agli irregolari.
io ho un’anima e sono dotata di comprensione per i miei simili meno fortunati.
se qualcuno sbaglia, voglio che sia punito.
e so che la giustizia che non funziona, non funziona prima di tutto per me.
e siccome leggo le statistiche, so che la violenza sulle donne avviene (principalmente) in casa, che l’ingiustizia occupazionale è da imputare a una politica del lavoro criminale perpetrata dagli ultimi cinque governi, che la violenza nelle strade è alimentata dai rigurgiti neofascisti che si nutrono anche della mail che si fanno girare con leggerezza, che l’informazione è faziosa e che, tra un violento che aspetta solo la domenica per far saltare lo stadio, un poliziotto armato e indottrinato, e un immigrato dalla faccia poco rassicurante, non faccio distinzione nel mio sentimento di paura.
PS: per la cronaca, il tizio mi ha anche risposto dicendo che lui ha un sacco di amici stranieri e che non ha niente contro nessuno. non so perché, ma mi ha tanto ricordato quella cosa che tutti i gay sono molto sensibile però, ehi, stai ben lontano dal mio culo!