bene. sono trentasei. in un solo anno infilo due numeri sacri. il tre che per le discipline esoteriche è l’energia attiva. le mitologie ne fanno il simbolo della conciliazione e dell’unificazione, del ritorno del multiplo all’unità. è il numero dell’armonia e rappresenta il superamento del dualismo.
e poi c’è il dodici, a cui gradualmente ho imparato ad affezionarmi, con quella sua sacralità astrale che ne fa la rappresentazione terrena del modello cosmico di pienezza e di armonia.
un dodici che arriva è un ciclo che si compie.
io che di cicli compiuti sono piuttosto a credito, non posso che augurarmi un buon tempo senza ulteriori sorprese né cambiamenti drastici né sconvolgimenti.
il fatto è che, anche se il cosmo ama tenere in ebollizione la mia eterna inquietudine, sono pur sempre una donna. ergo: ho il cuore più piccolo e più delicato di un uomo. e troppe emozioni invece che farmi sentire viva rischiano di uccidermi. e non posso morire prima di aver scritto almeno tre progetti che ho in testa e che -prometto prometto, giuro e spergiuro, croce sul cuore – adesso inizio e prima che posso finisco. fatemi gli auguri: ne ho di bisogno.
una cosa sola mi inquieta un po’ : il ciclo del dodici, tra una fine e un inizio, implica una prova iniziatica fondamentale.
se non l’affronto, non passerò al livello superiore.
non sono mai stata brava coi videogame. ma magari il destino si accontenta se mi arrendo alle amiche e mi iscrivo a un corso di pole dance.
ho una musica per descrivere come mi sento. l’ha composta Wim Mertens nel 1982 (avevo tre anni. una coincidenza? io non credo), è inclusa in un disco che si intitola Vergessen, che include il significato di dimenticare il passato e di essere sbadati, dimenticandosi anche del presente perché si ha sempre la testa altrove. il pezzo è Multiple 12. quando parte la musica, non ho altro da aggiungere.
NB: non confessatemi mai che non avete riconosciuto le immagini di questa clip, né che non avete mai visto la meravigliosa versione di Woyzeck girata da uno dei miei registi culto Werner Herzog nel 1979. che guarda un po’ è proprio l’anno della mia nascita. una coincidenza? io non credo…