a me il film di cinquanta sfumature di grigio mi è piaciuto più del libro. sul serio. anche se poi vi sembrerà che invece no. intanto è molto più breve. poi non mi sono richiesti sforzi; nemmeno quello di restare sveglia. poi ci sono un sacco di bei vestiti. e a me le tamarrone pre e post beyoncé che sussurrano nel mic mi garbano sempre.
seriamente: va visto. perché ogni generazione ha il suo film scandalo, da jules e jim a basic instinct, passando per robe inguardabili tipo nove settimane e mezzo e orchidea selvaggia. quindi non protestate: qui si fa come dico io. e come dice mr. grey. che era meglio -va detto- quando non era reale. perché le fantasie sono fatte così: quando ce le hai lì, in carne e cuoio, il mistero prende il volo. e comunque il mistero, se mai ce n’è stato uno, o anche solo mezzo, o perfino un’intuizione, non ha mai abitato qui, né nelle case dove i tomi di e.l.james sono entrati con lo stesso atto d’acquisto e la stessa sintassi del febreze.
il film calza sul libro aderendogli perfettamente. con tutto quello che vi ha appassionato (l’attrazione tra di loro) e q5a84807a8c50d6715eae620cc0424d4buello che vi ha annoiato (loro). per fortuna che la stanza rossa la vediamo all’inizio, con il suo corredo di centinaia di migliaia di dollari di attrezzature costosissime, perché poi ci si entra un po’ come nel soggiorno buono della zia alle feste di natale: solo col permesso, senza toccare nulla e a lume di candela. il vero, devastante, implacabile sadismo è nel mix letale di culi torniti che ondeggiano nella penombra, a cui si mischia l’overdose di capezzoli e le decine di bustine di preservativi orribilmente mutilate.

non c’è un dialogo sensato ed è tutto un parlare e riparlare di gusti estremi e di frontiere del dolore, di cosa piace a lui e del perché gli piaccia proprio così, e anche di cosa è normale e che cosa no. ora che l’ho visto tutto, ho imparato che è normale: uscire a cena, dormire insieme, i regali costosi, i baci sulla fronte, le chiavi di casa lasciate a tua madre dopo che hai smaronato il mondo sul fatto che sei un uomo fatto; non è normale tutto il resto, tipo fare sesso come ti pare per puro piacere.

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dato atto che è un fico da sturbo, meglio senza maglietta, christian grey si compra a scatola chiusa. passato il minuto cinque, le occasioni in cui anastasia dovrebbe scappare a gambe serrate non si contano più. ma direi che vince la riunione nell’ufficio di lui, seduti ai lati opposti del lungo tavolone, contratto di schiavitù chiuso e quasi controfirmato, agenda alla mano e lui che nella pausa spazio temporale di una situazione palesemente comica dice in tono serio: “vorrei scoparti a metà della settimana prossima”.

un minuto di silenzio per i vicini di christian grey, che tutte le volte che sentono suonare il pianoforte penseranno:
ah, è quello dell’attico. si vede che stasera ha dato.

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