mi capita di pensare a volte a quante contraddizioni governano la nostra vita.
mi capita di pensarci soprattutto perché mi pare che la coerenza sia una fedeltà a valori di fondo che, nel tempo, permettono di avere atteggiamenti elastici e di potersi adattare alla vita.
allora, stasera saluto un’amica in partenza per berlino e mentre ci scriviamo non posso fare a meno di pensare alla nostra contraddizione. siamo entrambe giovani e sorridenti e abbiamo sogni da donne, legittimi e molto femminili. abbiamo voglia di una stabilità emotiva, di una buona vita, da dividere a due. di una famiglia, di figli, di un compagno per dividersi doveri e responsabilità. non è un sogno strano. fa parte di un’immaginario condiviso. eppure per noi è quasi motivo di vergogna. come se sentissimo l’inconciliabilità del desiderio di amore con quello di affermazione. come se l’idea di un’affermazione professionale potesse andare a braccio solo con la promiscuità, la solitudine, il cinismo sentimentale. non voglio generalizzare e dire che per tutte le ragazze della mia generazione sia davvero così.
però mi ha fatto sorridere che ci stiamo raccontando di storie sentimentali in corso che vanno obiettivamente bene. e lo deduciamo dal fatto che l’altra persona ha per noi piccole attenzioni; molto piacevoli, è vero. ma che sono davvero piccole cose. siamo arrivate al punto che non solo non chiediamo più nulla all’altro, ma ci sorprendiamo e ci emozioniamo per ogni piccola cosa che pare rassicurarci. perché abbiamo fragilità che non osiamo confessare, di cui ci vergognamo già in partenza.
guai a chiedere affetto. non si fa. metti che poi lo si confonde con la responsabilità?
pare che il primo gioco in un rapporto, prima ancora della seduzione, sia quello di non causare una fuga immediata e improvvisa. come se fossimo davvero noi le responsabili di tutto, come se dipendesse solo da noi. che presuntuose!
e allora si fa tutto da sole e ci censuriamo e ci giudichiamo e cerchiamo di non sbagliare e poi ci giudichiamo di nuovo. siamo le mamme di noi stesse.
i miei amici (maschi) dicono che sono sempre le donne a scegliere.
io credo valga per entrambi i lati della scacchiera.
penso che i piccoli gesti vanno bene se fanno parte della seduzione.
penso anche che essere femminile vuol dire saper chiedere. magari sbatttendo gli occhioni o mettendoci una lacrima o facendo un paio di giri inutili di parole e anche un salto mortale sui tacchi e un depistaggio attraverso le balze della gonna.
e però si ha sempre il diritto di chiedere.
si ha anche il diritto di sognare quello che ci pare.
e questo vale per entrambi i lati della scacchiera.
si ha anche il diritto di condividere i sogni, che vanno sempre trattati con rispetto.
non esistono sogni ridicoli o fuori moda.
e credo che la responsabilità sia un bel peso da potersi prendere a volte.
la prima responsabilità che mi viene in mente è quella che ci si prende quando si ama.
è che, quando è sincero, non si smette mai di amare.
e questo vale per entrambi i lati della scacchiera.