la saliva umana è un novantotto percento di acqua e un duepercento di vita.
la saliva detesta l’armonia, la fedeltà, la sintonia. predilige lo scambio tra antagonisti, tra duellanti, tra nemici. non è il nostro buon senso né il cinismo a guidarci verso un altro essere, ma i nostri antigeni leucocitari, anarchico esercito che per difenderci dai mali alieni ci espone indifesi a tutte le contaminazioni endemiche dell’amore.
ogni volta che la ritrovi non è mai la stessa. nel suo scorrere muta con le stagioni del tempo e quelle della vita.
si fa contaminare da tutto.
si lascia distrarre da quello che ci succede. monta se siamo nervosi, si secca se siamo seccati.
gli incontri la stimolano facendola diventare spregiudicata e lasciva; oppure la inibiscono, rendendola melliflua e timida.
la saliva è una cascata che arriva da lontano. la sua fonte originaria si nasconde nei sensi del viso, detonatori del desiderio, nel gusto, nell’olfatto, nella vista. capillarmente, il richiamo si diffonde con echi che raggiungono ogni punto del corpo, eludendo fino all’ultimo il controllo del cervello, per poi sorprenderlo con un’accerchiamento che dalla corteccia si insinua fino a raggiungere la sua essenza più delicata e complessa: l’amigdala. la bocca diventa una falda, un’acquasantiera che raccoglie il sangue passivo dei capillari pigri che si avvolgono a rete intorno alla lingua e ai denti e lasciano fluttuare la linfa di due esseri separandoli attraverso un’umida membrana sottile come un velo.
quando ci scambiamo saliva, non ci scambiamo altro. i sentimenti non si sciolgono nell’acqua, come invece fanno gli elettroliti.
più abbiamo appetito, più abbiamo saliva. e saliva buona, di quella che ci prepara per digerire ogni cibo, dal più coriaceo al più melenso. una saliva desiderosa è così piena di enzimi da poter digerire anche il tradimento, la bugia e perfino l’abbandono.
ci sono salive così acquose da evaporare al sole, lasciandoci presto a bocca asciutta.
ci sono salive leggere, senza consistenza, incapaci di avere buon gusto.
ci sono salive distratte, che lasciano tracce confuse del loro drenaggio.
e poi ci sono le salive infette, che ti rimescolano il sangue per un tempo ben più lungo dei sessanta minuti in cui un dna estraneo sopravvive come un ospite a cui la nostra bocca ha riservato le sue migliori cortesie. le combinazioni fatali esistono. sono quelle capaci di riprogrammarci il codice genetico mandando a puttane millenni di evoluzione della specie, sbattendosene della morale, della creanza, della sopravvivenza.
le lingue uccidono più delle spade. e quelle che non uccidono, rendono prigionieri. non vanno via col sapone, non le sudi con un’aspirina, non le sciogli nemmeno con l’alcool. che a saperlo prima, certe salive proprio non bisognerebbe lasciarle entrare.
la saliva ha bisogno degli ormoni; e viceversa. solo combinando insieme queste sostanze possiamo smettere di sopravvivere e iniziare a vivere. gli ormoni sono i messaggeri chimici che rendono il nostro corpo mortale, le particelle umane del tempo presente. a farla facile, le ghiandole che producono la saliva non sono diverse dalle ovaie o dai testicoli, se non che la saliva richiede per sé solo le sostanze più sottili e sfuggenti, le molecole più elettriche, irrequiete, sfacciate.
la saliva rubata nella notte, irrompendo nei sogni con un bacio, è un concentrato di melatonina, un potente psicofarmaco capace di intrappolare gli amanti dentro un incantato dormiveglia per poi precipitarli anche da svegli nel più profondo e ottuso sonno della ragione.
quella del risveglio, sorbita prima del caffè, è quella più eccitante, intrisa di testosterone, un cocktail letale di ormoni del desiderio.
la saliva di una donna resa docile dalla stanchezza della sera contiene una tale quantità di endorfine da creare dipendenza immediata. il bacio di una femmina prima del sonno è un sortilegio che promette tutta la felicità dell’universo mentre occulta il presagio della privazione, fatale compagna dell’abbandono.
quanto è possibile morire di desiderio, tanto è probabile che il cuore, prosciugato da una saliva senza contegno, smetta di battere per completa disidratazione dell’intero corpo.
ogni volta che vi sentite morire, credete alle fiabe: sarà un bacio a restituirvi la vita.