da molti anni, ormai, il primo maggio ha per me un valore in più: è il compleanno di un fantasma che abita con me da quasi due lustri. compleanno non è la parola giusta, perché non è la nascita quella che tramuta gli essere che vivono in fantasmi. eppure, il fantasma di Evelyn si fa via via sempre più vivo, in sempre più vite tra chi la incontra e chi ne conosce l’immagine iconografica e le poche parole con cui ha annunciato il suo suicidio. da quando è uscito il romanzo che ho dedicato a lei – il primo giorno di questa primavera dell’anno 2018 – e a cui ho lavorato per molti anni, Evelyn è diventato un fantasma familiare anche a molte altre persone.
per tutti noi, il primo maggio è un giorno che ha anche un altro valore: quello di tutti i vuoti che il novecento ci ha lasciato in eredità, delle ombre che abitano il progresso verso cui tutti ci dirigiamo compatti, del diritto a sentirsi soli, di tutto ciò che alle donne non è concesso chiedere, il valore di ogni vita al di là della sua rappresentazione per immagini.

Per me non c’è nulla che valga di più della vita. Esistere. Restare umani. Avere il diritto di essere felici. Prepararsi alla morte nell’intimità e nella vicinanza di chi amiamo, di chi ci ama. Ricordare con rispetto. Avere ancora un futuro. Questo è straordinario.

[da Non sarò mai la brava moglie di nessuno, p.170, parla Lisa Larsen, fotoreporter di Life Magazine (1925-1959)]